Pniec, Superbonus, incentivi auto: cosa ha fatto il Conte bis su energia e clima

I provvedimenti più importanti e i nodi irrisolti: cosa c'è sul tavolo in attesa che si risolva la crisi di governo.

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Mentre continuano le consultazioni di Roberto Fico – presidente della Camera che ha ricevuto da Sergio Mattarella l’incarico di verificare la possibilità di formare un nuovo governo dopo la crisi aperta da Italia Viva – facciamo il punto sulle misure prese dall’esecutivo Conte-bis in tema di energia e ambiente.

Di seguito il riepilogo dei provvedimenti più importanti, dal Pniec al Pnrr con tutto quello che c’è stato nel mezzo, senza dimenticare i tanti nodi irrisolti che il prossimo esecutivo si troverà sul tavolo.

Luci e ombre del Pniec

Partiamo dall’iniziativa più corposa approvata dal governo Conte II sul fronte energetico, il Pniec: Piano nazionale integrato su energia e clima, il cui testo finale è stato pubblicato il 21 gennaio 2020 ma la cui lavorazione è avvenuta con il governo precedente (Conte I).

Tra gli obiettivi principali c’è l’uscita dal carbone fissata al 2025, il raggiungimento del 30% di fonti rinnovabili nei consumi finali lordi di energia al 2030 (55% di rinnovabili nel settore elettrico) e la circolazione di circa 6 milioni di auto elettriche tra dieci anni; si veda la raccolta di QualEnergia.it Tutto sul Piano nazionale integrato Energia e Clima.

Ma questi obiettivi andranno rivisti alla luce del nuovo traguardo stabilito da Bruxelles sulle emissioni di CO2: -55% al 2030.

E in Italia, hanno segnalato operatori e associazioni delle rinnovabili, rischiano di mancare all’appello decine di GW di impianti eolici e solari al 2030, a causa soprattutto dei mancati interventi normativi per semplificare e velocizzare le autorizzazioni per costruire nuovi impianti e potenziare quelli esistenti (repowering).

Il governo ha provato a correggere il tiro con il decreto Semplificazioni ma con scarso successo – qui il commento di Anie Rinnovabili – come confermano gli esiti deludenti delle ultime aste per assegnare nuova capacità alle tecnologie pulite.

Il Superbonus

La pandemia del Covid-19 ha condizionato una buona parte dell’azione del Conte-bis con vari decreti (Cura Italia, Liquidità, Rilancio) volti a tamponare e poi superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica dovuta al lockdown.

Con il decreto Rilancio è arrivata quella che si può definire la pietra angolare del Conte-bis in tema di energia, vale a dire, il Superbonus del 110% in edilizia con la possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura; si veda la raccolta di QualEnergia.it Tutto sul Superbonus 110%.

Ricordiamo che il Superbonus è stato potenziato e prorogato al 2022 dalla legge di Bilancio e che nella proposta di Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) c’è una novità: si potranno avere i sei mesi aggiuntivi per coprire il periodo 30 giugno-31 dicembre 2022 (parliamo di lavori nei condomini) anche senza aver completato almeno il 60% dei lavori, come invece stabilisce la legge di Bilancio.

Autoconsumo collettivo e comunità energetiche

Un’altra misura-cardine del governo Conte II sul versante energetico, è stata la predisposizione delle norme che consentono l’autoconsumo elettrico collettivo nei condomini e nelle comunità dell’energia.

In particolare, il decreto MiSE del 16 novembre 2020 ha attuato le disposizioni varate a marzo 2020 con il decreto Milleproroghe (decreto-legge 162/19, all’articolo 42bis); in sostanza si anticip, in via sperimentale, il recepimento della direttiva europea RED 2, che impone di agevolare le configurazioni di autoconsumo energetico collettivo, che di fatto erano vietate in Italia.

Più in dettaglio, il decreto prevede incentivi ventennali di 100 euro/MWh per l’autoconsumo collettivo e di 110 euro/MWh per le comunità energetiche sull’energia autoconsumata all’interno della configurazione; un incentivo che va a sommarsi alle componenti della bolletta restituite secondo la delibera Arera e al risparmio sul costo dell’energia.

A fine dicembre 2020 era anche sono arrivate anche le regole tecniche Gse per cui la misura è operativa.

La vaghezza del Pnrr

Nel citato Pnrr il governo Conte II è rimasto molto vago sui progetti per le rinnovabili, l’efficienza energetica e i trasporti eco-sostenibili, come spiegato nell’articolo Pnrr, i (vaghi) progetti per le rinnovabili.

Ed è proprio sulla definizione dei progetti da inserire nel Pnrr e sull’uso del Recovery Fund europeo che il Conte-bis ha dimostrato tutta la sua fragilità, con la conseguente crisi di maggioranza che ha portato alle attuali consultazioni.

Tra gli ultimi provvedimenti del governo Conte II in tema di energia ricordiamo:

Via (gradualmente) dalla maggior tutela

Ricordiamo che durante il Conte-bis è partito il progressivo superamento della maggior tutela nel mercato retail di luce e gas.

Dal primo gennaio 2021, infatti, è iniziata la graduale rimozione delle tutele di prezzo per le imprese e una parte delle micro-imprese; lo stesso avverrà per i clienti domestici e le altre micro-aziende dal primo gennaio 2022, salvo ulteriori proroghe.

Dalle auto ai monopattini: gli incentivi per la mobilità

Sul fronte automotive, il governo Conte II si è contraddistinto per aver incentivato l’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in.

Tuttavia, lo stesso governo ha scelto di sostenere anche l’acquisto di auto tradizionali diesel Euro 6: qui un riepilogo dei vari bonus e contributi disponibili per immatricolare una nuova vettura.

Sempre in tema di mobilità, ricordiamo infine che il decreto Rilancio ha introdotto il cosiddetto bonus bici con cui promuovere l’acquisto di biciclette anche a pedalata assistita e veicoli elettrici per la micro-mobilità personale (monopattini, segway e così via).

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