Leitwind e la bozza del decreto Fer X: “va valorizzato di più l’eolico di piccola e media taglia”

L’adozione di tariffe incentivanti equilibrate ed interventi mirati saranno fondamentali per garantire la crescita sostenibile di questo segmento di mercato. Le perplessità e le proposte del produttore italiano di aerogeneratori di classe Megawatt.

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All’apertura di “Key 2024” a Rimini, era stato anticipato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che il “lavoro tecnico” sul testo del Decreto Fer X si era concluso ed era stato aperto il dialogo con l’UE.

Dopo qualche giorno dall’annuncio è circolata una prima bozza del tanto atteso decreto con gli incentivi alle rinnovabili elettriche più competitive sul mercato, ovvero fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biogas da discarica.

Leitwind, unico produttore italiano di aerogeneratori di classe Megawatt, in qualità di attore importante del settore eolico nazionale, ha comunicato di avere apprezzato gli sforzi compiuti ed è fermamente convinto dell’importanza di questo decreto nel contesto attuale in cui è fondamentale avere chiarezza e continuità con le politiche di sostegno allo sviluppo delle rinnovabili.

Secondo Leitwind, sono molti i punti accolti positivi, tra cui la procedura dell’accesso diretto prevista per gli impianti con potenza nominale fino a 1 MW, il congruo contingente di 5 GW previsto per questi ultimi e l’introduzione dei meccanismi di indicizzazione.

Tuttavia, sono state evidenziate alcune criticità determinate soprattutto da una totale revisione dei meccanismi di supporto storici del settore: la bozza prevede infatti una determinazione delle tariffe incentivanti identica per tutti gli impianti, senza distinzione di taglia e senza differenziazione dei costi di investimento dei diversi impianti.

Ciò rischia di causare una battuta d’arresto nel settore degli impianti di piccola e media taglia, nonostante essi rappresentino una risorsa preziosa per ottimizzare la potenza eolica esistente.

In Italia numerosi sono gli impianti presenti in zone caratterizzate da alta producibilità che potrebbero beneficiare di interventi di revamping, potenziamento o rifacimento, ma che si trovano in aree logisticamente difficili da raggiungere e dove risulta complicata, appunto per motivi logistici, l’installazione di impianti di grande taglia.

Inoltre, tali impianti vengono allacciati alla rete di distribuzione locale, consentendo un consumo localizzato dell’elettricità prodotta e riducendo, di conseguenza, le perdite di rete.

Alla luce di ciò, Leitwind, così come tanti piccoli investitori e PMI ha presentato le sue perplessità richiedendo una più equa remunerazione, tenendo conto del costo di investimento e della taglia degli impianti e la valutazione dell’introduzione dell’indicizzazione dei prezzi di esercizio dall’entrata in vigore del decreto fino alla presentazione dell’istanza di accesso diretto per gli impianti fino a 1 MW.

Questo favorirebbe la crescita del comparto e garantirebbe al nostro paese una transizione energetica più sostenibile, perché, spiega l’azienda, i grandi impianti eolici non vanno visti come alternativi a quelli di piccola taglia e tantomeno agli impianti solari e agli interventi di efficienza energetica.

“Siamo certi di poter parlare a nome di tutti i produttori di turbine di piccola e media taglia e degli investitori in questo segmento di mercato quando affermiamo che per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Pniec è necessario puntare su un mix di interventi e impianti di diverse dimensioni e con diverse tecnologie, sfruttando il concetto di complementarità delle risorse e incentivando equamente l’uso di tutte le tecnologie”, ha dichiarato Davide Albani, Head of LEITWIND Business Unit.

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