In picchiata domanda elettrica e generazione termoelettrica. In discesa anche eolico e FV

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Come era prevedibile nel corso della scorsa settimana sono crollati ulteriormente i consumi elettrici nazionali e in particolare del nord Italia. Dati impressionanti per il termoelettrico. Brusco il calo della generazione da rinnovabili intermittenti.

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La settimana appena trascorsa ha segnato, come avevamo preventivato, un ulteriore tracollo della domanda elettrica nazionale a causa delle più accentuate restrizioni indicate dall’ultimo decreto governativo a molte attività economiche e, soprattutto, industriali del paese.

C’è da segnalare un calo brusco della generazione da termoelettrico, a cui si affianca ora anche un decremento, sebbene meno marcato, della produzione da fonti rinnovabili, aspetti entrambi che richiederanno una valutazione più approfondita nei prossimi giorni anche per capire quale potrà essere la stabilità del sistema elettrico nel suo complesso, in una fase peraltro di bassi prezzi dell’energia.

Grazie ai dati Terna, facciamo dunque un aggiornamento a ieri, venerdì 27 marzo, dopo quello di alcuni giorni or sono (in particolare per il periodo 11-20 marzo) e un confronto con lo stesso periodo del 2019, avendo un dato abbastanza omogeneo, visto che possiamo comparare uno stesso numero di giorni feriali e di weekend.

Va ricordato che l’inversione di tendenza nei consumi elettrici c’è stata a partire solo dal 9-10 marzo (nei primi giorni del mese erano stati addirittura maggiori rispetto allo stesso periodo del 2019).

La domanda elettrica dall’11 al 27 marzo 2020

Quindi, nei giorni che vanno da mercoledì  11 marzo a venerdì 27 marzo la domanda elettrica del paese è stata di circa 12,6 TWh contro 14,8 TWh dello stesso periodo del 2019 (quattro sono i giorni di weekend considerati).

Ciò significa che il calo della richiesta elettrica nazionale è stato del 15,1% sul 2019 (per 2,2 TWh in meno consumati).

Nel grafico si noti come le linee di tendenza tendano a divergere con il passare dei giorni.

Anche per questo stesso periodo si vogliono confrontare i dati per tutta l’area Nord (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna) e notiamo che qui il divario con il 2019 è ovviamente maggiore del dato nazionale: -19,1% (per 1,6 TWh in meno). Quasi i due terzi del calo della domanda nazionale è nel Nord, tipicamente più industrializzato.

Se ci focalizziamo solo nella settimana che va da sabato 21 a venerdì 27 marzo, registriamo un decremento ancora più accentuato della richiesta nazionale sullo stesso periodo 2019 (due giorni di week end per entrambi i periodi 2019 e 2020): -20,4% per l’Italia e -27,8% per l’area Nord. In termini assoluti, nell’ultima settimana il paese ha consumato 1,2 miliardi di kWh in meno rispetto al 2019.

Generazione termoelettrica e rinnovabile (dall’11 al 27 marzo)

Il dato più impressionante del periodo è quello del vero e proprio crollo della generazione termoelettrica.

Secondo i nostri calcoli, dopo aver scorporato la voce della produzione da termoelettrico dalla produzione di bioenergie e dall’autoconsumo, possiamo stimare che la produzione da fonti fossili e centralizzata risulterebbe diminuita, nell’intervallo che va dall’11 al 27 marzo, di quasi il 30% (29,9% per la precisione) sullo stesso periodo 2019. Ciò vuol dire che in appena 17 giorni la generazione da termoelettrico è crollata di 2,1 TWh circa.

Nello stesso momento le fonti rinnovabili elettriche decrescono nella produzione del 7,3% sul 2019 (circa 361 GWh in meno). In particolare, il calo più evidente è quello dell’eolico: -38,6%, con oltre mezzo terawattora in meno rispetto allo stesso periodo 2019 (-543 GWh), quindi in poco più di due settimane. Una cifra elevatissima se, solo per fare un esempio, pensiamo che l’applicazione dell’ora legale consente, secondo Terna, in 7 mesi un risparmio di 505 GWh (pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 190mila famiglie).

Meno accentuato il calo della produzione da fotovoltaico: -8,8%, per circa 116 GWh in meno sul 2019. Eolico e FV fanno dunque 660 GWh in meno in confronto al 2019.

Meglio che nel 2019 va l’idroelettrico che nei giorni che vanno dall’11 al 27 marzo 2020 ha generato quasi 1,5 TWh (+26,9%, per 311 GWh in più del 2019). Cresce leggermente nel 2020 la geotermia (+3,2%) e scende di poco la generazione elettrica da biomasse (-2,5%).

Questi dati sono così netti che, anche in caso di possibili differenti condizioni meteo tra i due periodi considerati (che non possiamo al momento valutare), farebbero ipotizzare che, oltre ad alcune centrali termoelettriche, anche diversi impianti alimentati a fonti rinnovabili intermittenti, tipicamente eolici e FV, siano stati “spenti” a causa della scarsa domanda.

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