In dieci giorni crollo dei consumi elettrici e della produzione da termoelettrico

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Ecco come stanno calando a marzo i consumi di energia elettrica in Italia, gli effetti su mix elettrico, carico e prezzo dell'energia.

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In questo periodo in cui vengono snocciolate diverse contabilità, per lo più drammatiche, c’ è da registrare anche quella sui consumi elettrici nazionali.

Il lockdown, a dire vero finora parziale, per il coronavirus ha portato alla sospensione o al rallentamento di diverse attività manifatturiere e del settore terziario in Italia e, in particolare, nella zona settentrionale del paese.

Gli effetti hanno iniziato a vedersi anche sulla richiesta di energia elettrica, ma solo a partire da lunedì 9 marzo, dopo il secondo decreto governativo.

In particolare, se facciamo un confronto dei primi venti giorni di marzo rispetto allo stesso periodo del 2019, depurandolo dei weekend, notiamo che una vera inversione di tendenza c’è stata, appunto, a partire solo dal 9-10 marzo, con una discesa dei consumi successivamente sempre più accentuata.

Anzi, come si può vedere dal grafico qui sotto, prima di questa data i consumi elettrici, nei primi giorni feriali di marzo 2020, erano stati maggiori a confronto con lo stesso periodo 2019, dimostrazione che anche le prime restrizioni legate all’emergenza Covid19, già esplosa con forza in Lombardia e in altre provincie del nord, non erano state applicate (grafico 1-20 marzo: in alto le linee con i dati per l’Italia e in basso le linee con i dati per il Nord Italia).

Ricordiamo anche che a febbraio la domanda elettrica nazionale era stata più elevata dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2019, mentre nel primo bimestre 2020  il calo sul 2019 era solo dell’1,8% (Primo bimestre: domanda elettrica in calo e rinnovabili al 32,2%).

Per dare omogeneità al confronto e valutare meglio come negli ultimi dieci giorni si sia assistito ad un fortissimo calo dei consumi elettrici nel paese abbiamo confrontato un uguale periodo con lo stesso numero di giorni feriali (otto, e solo due giorni di weekend: 14 e 15 marzo 2020 – 16 e 17 marzo 2019).

Ebbene, i consumi elettrici complessivi in Italia (dati Terna) sono passati da 8.831 GWh dall’11 al 20 marzo 2019 a 7.815 GWh del periodo 11-20 marzo 2020, con un decremento del 11,5%. In termini assoluti 1.115 GWh richiesti in meno.

Se il confronto lo facciamo solo con la zona Nord (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna), l’area più colpita dall’epidemia e, al tempo stesso, la più industrializzata, notiamo che il calo dei consumi è più evidente, sempre per lo stesso periodo 11-20 marzo 2020/2019.

Nell’area Nord in questi dieci giorni il consumo di energia elettrica è stato pari a 4.439 GWh contro 5.122 GWh dello stesso periodo 2019, con un calo del 13,3%, circa 683 GWh in meno (ricordiamo che nei 10 giorni considerati è incluso solo un weekend).

Nell’osservare il mix elettrico risulta notevole l’impatto sulla generazione termica.

Nello stesso periodo analizzato dalle nostre elaborazioni (11-20 marzo) si può rilevare che la produzione elettrica da fonte termica (per la quasi totalità costituita da termoelettrico) è passata, nei dieci giorni considerati, da 4.781 GWh del 2019 a 3.611 GWh nel 2020, una differenza di ben 1.170 GWh, pari a -24,47%.

Un’altra analisi, apparsa su Rivista Energia e curata da Ettore Bompard, Stefano Corgnati, Carmelo Mosca del Politecnico di Torino, valuta l’impatto dei provvedimenti di lockdown sul carico elettrico nazionale.

In particolare, viene evidenziato che in un confronto tra le settimane immediatamente precedenti ai provvedimenti (17-23 febbraio 2020 e 2-8 marzo 2020) e quella immediatamente successiva al secondo decreto (9-15 marzo 2020), che ha coinvolto tutto il paese, la riduzione del carico richiesto dalla rete nazionale è stata in media di circa 3 GW (vedi grafico) e dell’8% circa rispetto ad entrambe le settimane, con valori della temperatura media in lieve rialzo (circa 2 °C) .

Confronto profilo di potenza del carico: 17-23 febbraio – 2-8 marzo – 9-15 marzo. Fonte: elaborazione ESL@energycenter (PoliTO) su dati Terna

Come abbiamo anche noi evidenziato, l’analisi riscontra conseguenze anche nel mix di generazione elettrica: la produzione termica si è infatti ridotta, in confronto alle due settimane precedenti, rispettivamente, del 12% e del 15%. Al contrario la quota di carico coperto dalla produzione da fonte rinnovabile è aumentata dal 7,8% a, rispettivamente, 8,7 e 8,1%.

Gli autori dell’analisi fanno notare anche che il diverso comportamento nella domanda e nell’offerta ha avuto ripercussioni anche sui prezzi dell’energia, con un PUN medio nelle settimane considerate che si riduce da 39 €/MWh a, rispettivamente, 37,3 e 36,2 €/MWh.

Questo potrebbe essere solo un primo assaggio di quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane, quando saranno operativi provvedimenti più severi e molte attività verranno interrotte. Possiamo affermare che stiamo difronte quasi a dati tipici di un’economia di guerra.

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