Vogliamo uscire dal gas? Cominciamo dal settore residenziale più energivoro

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Strategie e dati nello studio sulla decarbonizzazione del riscaldamento domestico realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club. Il video della presentazione dello studio su questa pagina.

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In Italia ci sono 17,5 milioni abitazioni (su circa 26 milioni) che utilizzano caldaie a gas per il riscaldamento.

Il dato che deve far riflettere è che la riduzione dei consumi di gas nel 2020 è stata di appena 0,3 mld di mc a fronte di 27 miliardi di euro di detrazioni fiscali (fonte Enea).

Visto che per gli usi civili bruciamo ogni anno 32 mld di mc di gas, cioè il 42% del totale (e ne importiamo 29 dalla Russia), non è forse arrivato il momento di fare delle politiche di incentivazione per le riqualificazioni edilizie più coerenti ed efficaci in linea con l’idea di decarbonizzare i consumi domestici?

Uno studio di Elemens, commissionato da Legambiente e Kyoto Club, che verrà presentato oggi alle ore 15 (qui in basso il video) spiega quali strategie andrebbero messe in piedi e con quali effetti.

La strada è quella dell’efficientamento del parco edilizio e della elettrificazione dei consumi del riscaldamento domestico: si andrebbero così a ridurre le emissioni, l’inquinamento e i costi delle bollette, riducendo al contempo l’import di fonti fossili.

Nell’ipotesi più spinta, servirebbe riqualificare ogni anno il 3% del patrimonio edilizio, a partire dalle case più energivore (classe G, cioè quasi il 35% del totale e il 70% se consideriamo classi E, F e G), come prevede la nuova strategia europea Renovation Wave, portando l’attuale media di consumo di energia finale termica da 136 kWh/m2/anno (media tra residenziale e civile) a circa 50 kWh/m2/anno ed elettrificando i consumi per il riscaldamento domestico puntando sulle pompe di calore (incluse quelle geotermiche).

Come si vede dal grafico tratto dallo studio, ciò consentirebbe di arrivare tagliare nel 2025 i consumi di gas di oltre 5,4 miliardi di metri cubi all’anno (la produzione nazionale è oggi inferiore a 4 mld di mc/anno), per poi arrivare al 2030 a 12 mld mc, pari al 41% delle importazioni dalla Russia, con un risparmio di emissioni pari a 22 milioni di tonnellate di CO2. E poi minori bollette per le famiglie e minori rischi di incidenti connessi con il metano (vedi “Quasi ogni giorno in Italia un incidente a causa del gas). Si tratta di risultati di quattro volte migliori rispetto alle politiche attuali.

Lo studio di Elemens, “Dal Gas alle rinnovabili. Scenari e benefici economici dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici” (allegato in basso), elaborato per Legambiente e Kyoto Club, vuole rafforzare una battaglia contro l’uso delle fonti fossili (gas o Gpl) che anche QualEnergia.it sta portando avanti da oltre un paio di anni (Soluzioni per la casa senza gas).

In questa immagine vediamo quale può essere il risparmio in bolletta per chi effettua gli interventi proposti a partire da due livelli di elevati consumi termici.

“L’attuale crisi energetica – ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – ha messo in evidenza la fragilità di un sistema energetico largamente basato sulle importazioni di fonti fossili e in particolare di gas. In tutto ciò in Italia continuiamo a incentivare il gas, unico paese al mondo che regala caldaie a metano spendendo miliardi di euro ogni anno, una follia che stiamo pagando a caro prezzo”

“Tutti i paesi europei e le città stanno cambiando rotta, anche l’Italia ha tutto l’interesse a scegliere questa strada eliminando da subito il rimborso del 110% delle spese per le caldaie a gas, perché l’obiettivo è liberarsi dalle fossili e sostituire questi impianti con pompe di calore. E nelle nuove case, che sono già a standard Nzeb, vietare l’utilizzo del gas già dal prossimo anno”.

“Possiamo raggiungere risultati ambiziosi – continua Zanchini – scegliendo come priorità gli edifici più energivori e premiando chi più riduce i consumi, e aiutando chi oggi sta più soffrendo la crisi con interventi negli edifici di edilizia residenziale pubblica e dove vivono le famiglie in condizioni di povertà energetica. In questo modo in pochi anni possiamo ottenere un risultato superiore alla costruzione di un nuovo gasdotto ma con benefici in termini di lavoro in Italia e riduzione delle bollette per le famiglie che possono arrivare all’80%”.

“Abbiamo le tecnologie per sostituire le caldaie a gas con pompe di calore e rinnovabili: ci sono tutti i presupposti per fissare al 2025 la data di stop di installazione di sistemi di riscaldamento fossili”, ha commenta Clementina Taliento dell’Ufficio stampa e comunicazione di Kyoto Club.

Le proposte Legambiente Kyoto Club

In questo contesto, Legambiente e Kyoto Club rilanciano una serie di proposte per accelerare questo processo di decarbonizzazione a partire dallo stop ai sussidi ambientalmente dannosi.

E poi altre azioni fondamentali:

  1. riformare l’econobus: passare da incentivi legati alle tecnologie al premiare interventi integrati che riducano i fabbisogni energetici degli edifici attraverso i più efficaci interventi di coibentazione, sostituzione di impianti e reti, inserimento di tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili;
  2. prevedere nell’arco di tre anni la progressiva eliminazione delle agevolazioni IVA e accise su gas
  3. progressiva decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici con l’eliminazione degli incentivi per l’installazione delle caldaie a gas (2023 esclusione dal superbonus 110%, 2026 esclusione dalla detrazione del 50%) e divieto di installazione nei nuovi interventi edilizi (2024) e nelle ristrutturazioni degli interi edifici (2027) nella prospettiva di elettrificazione e diffusione di pompe di calore integrate con fonti rinnovabili.

Gli esempi dall’estero

Nello studio di Elemens vengono citati anche alcuni esempi di politiche adottate all’estero da cui il nostro Paese potrebbe ispirarsi.

In Irlanda a febbraio 2020 è stato approvato un pacchetto per supportare il miglioramento delle classi energetiche degli edifici, con l’obiettivo di riqualificare energeticamente 500.000 case con classe energetica pari ad almeno la classe B2. Il supporto economico consiste nell’erogazione in conto capitale di un incentivo fino al 50% della spesa sostenuta per effettuare gli interventi, in particolare con attenzione alle persone che soffrono di povertà energetica è prevista l’intera copertura dell’intervento.

Inoltre, gli interventi che possono avere un impatto maggiore nella riduzione del consumo energetico possono potenzialmente accedere ad un incentivo pari anche fino all’80% della spesa. Il piano prevede una spesa di 8 miliardi di € al 2030.

In Francia si è deciso di portare a 9.000 € l’incentivo a supporto dell’installazione di pompe di calore. In Belgio, il Climate Plan della regione delle Fiandre mira a rendere obbligatorio entro il 2023 la riqualificazione energetica degli edifici acquistati almeno fino alla classe D: questo intervento deve essere effettuato dall’acquirente entro i 5 anni successivi all’acquisto. Inoltre, per i nuovi edifici sarà proibito avere un riscaldamento a gas, se non in conformazione ibrida con pompa di calore, e entro il 2026 diventerà proibita anche la connessione alla rete del gas. Questo piano è sostenuto da agevolazioni fiscali e sussidi nei confronti delle pompe di calore e degli impianti ibridi.

Il caso Sardegna

La Sardegna potrebbe diventare uno dei laboratori della transizione energetica. Come viene ricordato nello studio, la Sardegna è ad oggi l’unica regione italiana non ancora metanizzata tramite la rete nazionale.

Questa condizione deve essere sfruttata come un’opportunità per sperimentare gli effetti delle politiche di elettrificazione, mettendo in abbinamento l’efficientamento degli edifici con una massiva penetrazione della generazione e autoproduzione da rinnovabili, sistemi di accumulo.

La Sardegna può puntare ad essere la prima isola green del mediterraneo, puntando su efficienza e rinnovabili, riqualificazione edilizia. L’attenzione posta al tema è confermata dagli esiti del Capacity Market, che vedono come maggiori vincitori in Sardegna gli accumuli elettrici, i quali sono in grado di fornire oggi i medesimi servizi delle centrali fossili.

 

Introduce Clementina Taliento Ufficio stampa e comunicazione Kyoto Club

Presenta lo studio Tommaso Barbetti Elemens

Interventi:

  • Riccardo Bani – Presidente Arse
  • Gianni Girotto – Presidente Commissione Industra del Senato
  • Fabrizio Iaccarino – Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia
  • Pierfrancesco Maran – Assessore alla casa e alle politiche per l’edilizia pubblica, Comune di Milano
  • Alessia Rotta – Presidente Commissione Ambiente della Camera

Coordina Edoardo Zanchini – Vicepresidente Legambiente

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