Le strategie Iea per una poderosa diffusione delle pompe di calore nel residenziale

Le pompe di calore negli edifici di tutto il mondo saranno 600 milioni entro il 2030. È la stima globale dell'Agenzia internazionale dell'energia, parte di un rapporto che approfondisce le misure per decarbonizzare l'edilizia.

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Le pompe di calore (pdc) sono fondamentali per decarbonizzare gli edifici riducendo le loro emissioni inquinanti e aumentando la percentuale di energia coperta da fonti rinnovabili.

Nel 2030 si saranno installate circa 600 milioni di pompe di calore in tutto il mondo, più del triplo rispetto al dato attuale (circa 180 milioni) e le nuove installazioni mensili toccheranno 5 milioni di unità entro quella data (1,5 milioni oggi).

Sono i numeri principali di una analisi della Iea (International energy agency) sul mercato globale delle pdc, contenute nel rapporto “Technology and innovation pathways for zero-carbon-ready buildings by 2030″.

Il documento approfondisce le tecnologie e le misure per realizzare edifici a basso impatto energetico e ambientale, in linea con il traguardo net-zero 2050 che prevede di azzerare le emissioni di CO2 in tutti i settori. Si ricorda, in particolare, che proprio gli edifici sono responsabili di circa il 30% delle emissioni correlate agli usi energetici su scala globale.

Quindi le pompe di calore hanno un ruolo di primaria importanza, perché sono almeno tre volte più efficienti in confronto alle tradizionali caldaie alimentate da combustibili fossili: ogni unità di energia elettrica utilizzata da una pompa di calore restituisce 3-5 unità di calore per il riscaldamento, con un’efficienza decisamente superiore non solo alle caldaie a gas, ma anche alle caldaie a biomasse.

La Iea poi raccomanda di bandire le nuove installazioni di caldaie fossili entro il 2025 al fine di accelerare ulteriormente la diffusione delle pdc.

Le barriere principali che frenano il mercato delle pompe di calore sono i maggiori costi iniziali di investimento rispetto alle tecnologie convenzionali, e la mancanza di competenze adeguate a livello di installatori e termotecnici.

Tra i vantaggi delle pompe di calore c’è anche la possibilità di essere integrate in sistemi energetici intelligenti e flessibili: pdc più fotovoltaico (e solare termico), batteria di accumulo, controllo smart digitalizzato dei diversi apparecchi ed eventuale colonnina di ricarica per veicoli elettrici.

La Iea raccomanda di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per favorire la diffusione delle pdc, tra cui:

  • bandire le nuove installazioni di caldaie a fonti fossili;
  • rafforzare gli standard di prestazione energetica e i relativi schemi di certificazione;
  • utilizzare strumenti finanziari (proventi Ets, carbon tax o altro) per supportare la riqualificazione energetica delle abitazioni delle famiglie a basso reddito;
  • eliminare sussidi e incentivi per tecnologie che usano fonti fossili.

Ricordiamo che il Superbonus in Italia incentiva anche la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione a gas, e questo è un punto che ha sollevato diverse critiche. Vedremo se dopo le elezioni ci saranno delle novità su questo versante, visto che da più parti, si chiede di riformare la maxi detrazione fiscale in edilizia, eliminando la possibilità di applicarla alle caldaie alimentate a gas (si veda ad esempio lo studio Elemens per Kyoto Club e Legambiente).

Per citare altre stime sulle potenzialità delle pdc, ricordiamo infine che Wood Mackenzie prevede che in Europa nel 2030 ci saranno 45 milioni di pdc nel solo residenziale e Rystad Energy stima che le pdc arriveranno a 450 milioni di unità sempre al 2030.

Intanto negli ultimi mesi si sono moltiplicate le iniziative per ridurre la dipendenza dal metano nei sistemi di riscaldamento domestico.

In Olanda ad esempio si è deciso di bandire i nuovi impianti di riscaldamento a combustibili fossili a partire dal 2026, introducendo un obbligo di installare pompe di calore, anche ibride, o di connettersi alle reti di teleriscaldamento.

Mentre in Austria la nuova legge sul riscaldamento rinnovabile prevede che già dal 2023 non si potranno più montare caldaie a gas nei nuovi edifici. Entro il 2040 – questo il traguardo fissato da Vienna – tutti i sistemi di riscaldamento a fonti fossili dovranno essere stati sostituiti da impianti alimentati solamente con energia rinnovabile, biogas e biometano compresi. Ma non è escluso che questa data verrà anticipata.

In Gran Bretagna scatterà un bando alle installazioni di caldaie a gas nei nuovi edifici dal 2025, ma ormai circolavano proposte di anticiparlo al 2023.

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