Pompe di calore, il piano della Francia per produrne un milione all’anno

Lo ha annunciato il ministro dell'Economia Bruno Le Maire: incentivi per stimolare la domanda, semplificazioni burocratiche e aiuti alle aziende manifatturiere.

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Un obiettivo sulla produzione di pompe di calore la Francia se l’era dato già nel settembre 2023, quando il presidente Macron annunciò di voler portare la produzione nazionale a un milione di unità annue entro la fine del 2027.

Ora il Paese si è dato anche un piano d’azione per raggiungere questo target. Lo hanno reso noto il ministro francese dell’Economia e dell’Energia, Bruno Le Maire, e Roland Lescure, ministro delegato per l’Industria e l’Energia, durante una visita fatta lunedì 15 aprile alla fabbrica Intuis nella regione della Somme, a nord di Parigi.

Il piano ha due obiettivi chiave.

In primo luogo intende stimolare la domanda, semplificando il processo normativo e amministrativo per l’installazione delle pompe di calore e rafforzando gli incentivi all’acquisto di questi dispositivi, come il pacchetto MaPrimeRénov”, che per le pompe di calore aria/acqua destina, in base al reddito, sussidi fino a 5mila euro e fino a 11mila per quelle geotermiche.

In secondo luogo, il governo francese vuole fornire supporto diretto ai produttori, sfruttando la nuova apertura dell’Ue sugli aiuti di Stato per sostenere le industrie green strategiche. L’Eliseo sosterrà la costruzione di fabbriche attraverso crediti d’imposta, che potrebbero arrivare fino a 200 milioni di euro per fabbrica.

Nel dettaglio il piano è articolato in otto punti abbastanza generici, che verranno poi tradotti dal governo in provvedimenti più mirati:

  • Creare nuovi impianti di produzione di pompe di calore, coprendo una parte significativa dei costi di investimento attraverso il credito d’imposta sugli investimenti per l’industria verde.
  • Avviare il riorientamento degli appalti pubblici e degli aiuti pubblici verso le pompe di calore francesi ed europee con le migliori prestazioni ambientali.
  • Semplificare le norme per facilitare l’installazione delle pompe di calore negli alloggi collettivi.
  • Stimolare l’innovazione per sviluppare in Francia pompe di calore che soddisfino i più elevati standard ecologici
  • Sostenere la crescita delle professionialità nel settore, in termini di installazione, manutenzione e produzione di attrezzature.
  • Aumentare la fiducia dei cittadini nel prodotto francese, aumentando i controlli e migliorando la conoscenza delle prestazioni delle pompe di calore.
  • Creare un centro di competenza sulle pompe di calore accessibile a tutti per aumentare la conoscenza della tecnologia e migliorare il supporto ai professionisti.
  • Sviluppare le pompe di calore nel settore industriale.

“Cominceremo a riorientare gli aiuti pubblici verso le pompe di calore francesi ed europee a partire dal 2025”, ha dichiarato Le Maire.

La Francia conta già 27 fabbriche che producono pompe di calore, e secondo lo “European Heat Pump Market and Statistics Report 2023” (executive summary, giugno 2023 – pdf) della European Heat Pump Association (Ehpa), il Paese transalpino è il mercato europeo più grande per questi dispositivi. Il dato è che nel 2022 nel Paese sono state vendute 621.776 unità, seguito da Italia (513.535), Germania (275.697), Svezia (215.373) e Polonia (207.992).

L’intervento del governo dovrebbe dare impulso ai produttori francesi di pompe di calore, ma in tutta Europa il settore continua ad essere in difficoltà.

I più recenti dati Ehpa (aprile 2024) evidenziano come le vendite in 14 Paesi europei siano diminuite complessivamente di circa il 5% nel 2023 rispetto al 2022, invertendo una tendenza in crescita da un decennio (scese da 2,77 a 2,64 milioni).

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Il calo è coinciso con il rinvio da parte dell’Ue del piano d’azione che avrebbe portato all’installazione di 30 milioni di dispositivi entro il 2030. Ehpa calcola comunque che le vendite totali per il 2023 abbiano portato lo stock totale di pompe di calore a circa 23 milioni in Europa (Ue, Regno Unito, Norvegia e Svizzera), rispetto ai circa 20 milioni della fine del 2022.

Un’ulteriore spinta arriverà certamente dalla direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia (Epbd) che ha ricevuto il via libera definitivo dal Consiglio europeo il 12 aprile.

Secondo le nuove norme, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, ed entro il 2050 dovrebbe esserlo l’intero patrimonio edilizio dell’Ue: obiettivi che verranno raggiunti senza dubbio con l’eliminazione graduale delle caldaie a gas e la conseguente installazione di pompe di calore, per le quali ci si aspettano ulteriori sussidi negli anni a venire.

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