In Europa 45 milioni di pompe di calore residenziali al 2030

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Il mercato delle pdc supererà 30 miliardi di euro in valore secondo Wood Mackenzie. Italia, Francia, Germania tra i primi Paesi in espansione in questo settore. Essenziale il ruolo degli incentivi e delle politiche di rinnovamento edilizio.

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In Europa ci saranno 45 milioni di pompe di calore (pdc) nel settore residenziale al 2030, secondo le stime di Wood Mackenzie nel suo “Europe electrification of heat demand outlook to 2050″.

Le pompe di calore saranno un elemento essenziale per decarbonizzare il mix energetico continentale, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. Si prevede che il mercato europeo delle pdc supererà 30 miliardi di euro in valore nel 2030.

La crescita delle nuove installazioni di pompe di calore comporterà un notevole aumento della domanda di elettricità per alimentare questi apparecchi: da 77 TWh nel 2022 a 611 TWh nel 2050.

Il grafico sotto riassume il previsto andamento delle installazioni annuali di pdc in campo residenziale, che saliranno gradualmente fino a circa 5 milioni/anno entro il 2040.

Tra i principali mercati nazionali figurano Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna.

Al momento, le pdc sono più diffuse nei Paesi nordici, con la Norvegia in testa con una penetrazione del 50% circa (in altre parole, metà degli impianti di riscaldamento nelle case utilizzano questa tecnologia), seguita da Svezia e Finlandia.

In Italia invece la quota delle pdc sul totale dei sistemi di riscaldamento è ben sotto il 10%; ma gli analisti di Wood Mackenzie citano il Superbonus 110% come esempio di incentivazione virtuosa che consente di azzerare il tempo di ritorno del relativo investimento.

La Norvegia è così avanti grazie a un mix di fattori: sussidi statali alle installazioni, bassi costi del kWh (quota elevata di idroelettrico), tasse elevate sui combustibili fossili.

Il supporto statale è necessario, si osserva, per spingere il mercato delle pompe di calore: servono incentivi finanziari e misure volte a promuovere la riqualificazione energetica delle abitazioni (isolamento termico in primis), magari prevedendo di bandire le installazioni di caldaie a gas nei nuovi edifici e/o nelle ristrutturazioni di un certo livello.

La Gran Bretagna, ad esempio, punta a installare 600.000 pdc/anno entro il 2028 con un ambizioso piano di rinnovamento energetico nel settore residenziale.

Un altro vantaggio delle pompe di calore è la possibilità di ridurre notevolmente la dipendenza dalle forniture di gas fossile, come illustra questo grafico.

Grazie alle nuove pompe di calore installate al 2030 a livello europeo, infatti, si potrebbero ridurre i consumi di energia fossile di circa 43 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) e di circa 163 Mtep al 2050, secondo le stime di Wood Mackenzie.

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