La stretta sul gas russo, che pesa per circa l’80% del fabbisogno dell’Austria, ha spinto il paese ad accelerare sull’eliminazione delle caldaie a metano.
La nuova legge sul riscaldamento rinnovabile presentata dal governo di Vienna anticipa infatti di due anni lo stop alle nuove installazioni, inizialmente previsto per il 2025: già dall’anno prossimo, cioè dal 2023, non si potranno più montare caldaie a gas nei nuovi edifici.
L’obiettivo è che entro il 2040 tutti i sistemi di riscaldamento a fossili del Paese siano stati sostituiti da impianti alimentati solo a energia rinnovabile, biogas e biometano compresi.
“Ogni caldaia a gas di cui ci liberiamo è un passo per liberarci dalla dipendenza dal gas russo”, ha affermato in una nota la ministra per la protezione del clima Leonore Gewessler, presentando nei giorni scorsi la legge, che “sarà approvata rapidamente”.
“Un quarto del nostro consumo di gas è per il riscaldamento. Per questo, ogni anno trasferiamo 2 miliardi di euro all’estero, principalmente in Russia. Questo deve finire”, riassume Gewessler.
Attualmente sui circa 3,9 milioni di famiglie austriache, circa 11.000 si riscaldano ancora con il carbone, circa 550.000 con olio combustibile e circa un milione con il gas.
Come detto, la nuova normativa prevede la messa al bando per i sistemi di riscaldamento a gas dal prossimo anno nei nuovi edifici, con eccezioni per i progetti già approvati e in costruzione.
Sempre dal 2023, i sistemi di riscaldamento a olio combustibile e carbone guasti potranno essere sostituiti solo da impianti a rinnovabili, mentre nei nuovi edifici questi combustibili fossili sono già vietati dal 2020.
Dal 2025 inizierà poi la sostituzione obbligatoria degli impianti a carbone e olio particolarmente vecchi, cioè costruiti prima del 1980. Si punta a far sparire entro il 2035 queste tipologie di caldaia, rimpiazzandole con sistemi a Fer, mentre, come detto, entro il 2040 dovranno essere eliminati anche tutti gli impianti a gas naturale.
Per il passaggio a sistemi di riscaldamento a rinnovabili, come quelli a pellet o le pompe di calore, ha spiegato la ministra, si mettono in campo incentivi fino a 7.500 euro a impianto, che si sommano a quelli dei diversi Länder federali, mentre per i bassi redditi il governo si fa carico al 100% della spesa, “perché questo conviene per l’Austria”, ha aggiunto Gewessler.