Sono già otto gli Stati membri Ue ad aver firmato la nuova dichiarazione congiunta che punta a incrementare l’impegno dei singoli paesi a ridurre le emissioni inquinanti.
In totale 23 nazioni hanno sottoscritto il documento (allegato in basso), uscito a margine del secondo Ministerial on Climate Action (MoCA) organizzato a Bruxelles da Canada, Cina e Unione Europea, dopo il primo vertice che si era svolto in terra canadese, a Montreal, a settembre 2017.
Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Svezia e Gran Bretagna, oltre a Monaco, Norvegia e altri governi mondiali, tra cui Argentina e Canada, chiedono nella dichiarazione di innalzare gli obiettivi salva-clima entro il 2020, in modo da rispettare pienamente gli accordi di Parigi siglati nel 2015.
Con le misure pianificate finora, sostengono infatti questi paesi, sarà impossibile limitare il surriscaldamento terrestre “ben sotto” ai 2 gradi centigradi, come era già emerso dalle indiscrezioni di qualche mese fa sul prossimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, l’organismo dell’ONU che studia i cambiamenti climatici), che sarà pubblicato a ottobre.
Proprio all’inaugurazione del MoCA, il commissario Ue per l’Energia e il Clima, Miguel Arias Cañete, ha affermato che l’Europa sarebbe pronta a tagliare le emissioni di CO2 del 45% nel 2030, in confronto ai livelli registrati nel 1990, aumentando così il suo traguardo di circa cinque punti percentuali (al momento l’obiettivo ufficiale è “almeno” -40%).
Vedremo, nelle prossime settimane, se e quali altri paesi firmeranno il documento, accettando di compiere maggiori sforzi per de-carbonizzare le loro economie, anche in vista dei prossimi appuntamenti nell’agenda “verde” mondiale, in particolare la COP24 di dicembre.