La tutela ambientale diventa un caposaldo della Costituzione italiana, anche per proteggere la qualità della vita e la salute delle generazioni future, sempre più esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Con il voto di ieri, infatti (468 favorevoli, un contrario, 6 astenuti), il Parlamento ha approvato definitivamente le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione, dopo che il Senato aveva dato il suo benestare con la maggioranza dei due terzi lo scorso novembre.
Più in dettaglio, spiega una nota della Camera, il testo introduce un nuovo comma all’articolo 9 della Costituzione, al fine di riconoscere, tra i suoi principi fondamentali, quello della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.
È stato anche inserito un principio di tutela degli animali, attraverso la previsione di una riserva di legge statale che ne disciplini le forme e i modi.
Per quanto riguarda, invece, le modifiche all’articolo 41 in materia di esercizio dell’iniziativa economica, si stabilisce al secondo comma che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente, oltre che alla sicurezza, libertà e dignità umana.
Mentre al terzo comma, si specifica che la legge determina programmi e controlli per indirizzare l’attività economica pubblica e privata non solo a fini sociali, ma anche ambientali.
Il testo reca infine una clausola di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali, come introdotto dal progetto di legge costituzionale, alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Qui sotto le modifiche:
Obiettivo delle modifiche, precisa la nota della Camera, è dare più forza e articolazione al principio della tutela ambientale, rispetto alla menzione della “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” prevista dall’articolo 117, secondo comma della Costituzione (introdotto con la riforma del Titolo V nel 2001), nella parte in cui enumera le materie su cui lo Stato abbia competenza legislativa esclusiva.
Tra i primi commenti giunti in redazione quello di Legambiente: il presidenteStefano Ciafani parla di “storica notizia per il nostro Paese” su un tema “cruciale legato al nostro Pianeta, al centro delle politiche mondiali, europee e delle mobilitazioni dei giovani” (neretti nostri in tutte le citazioni).
Con l’auspicio però che l’Italia “passi anche dalle parole ai fatti, affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali, a partire dalla lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, e i tanti problemi irrisolti con interventi, riforme […] e azioni che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della giusta transizione ecologica ed energetica”.
Per Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, “è un primo importantissimo passo che armonizza il nostro sistema con i principi formulati a livello europeo e internazionale e fatti propri dalla giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito”.
Il nuovo assetto costituzionale, aggiunge, “rafforza significativamente il principio della sostenibilità, sin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale, che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche”.