Come fare più rinnovabili senza entrare in conflitto con l’ambiente

Analisi e raccomandazioni nel quinto rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia. Sintesi e documento allegato.

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Evitare conflitti tra fonti rinnovabili e tutela ambientale: in Italia è una sfida particolarmente difficile, come confermano le tante opposizioni e incomprensioni – che spesso sfociano in contenziosi legali – che circondano i progetti per nuovi impianti eolici, fotovoltaici e di altre tecnologie, come le biomasse.

Alcune considerazioni su come risolvere questi conflitti e sviluppare una “autonomia energetica sostenibile” arrivano nel V rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia, pubblicato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase).

Si legge nella sintesi del documento: “l’accelerazione sulle energie rinnovabili non può più essere percepita soltanto come una risposta ad una necessità di contrasto ai cambiamenti climatici, ma si impone […] come una urgenza geopolitica, di fronte alla quale bisogna agire rapidamente e coerentemente con gli impegni presi a livello comunitario” (neretti nostri nelle citazioni).

La sfida, quindi, sta nel “conciliare una rapida espansione degli impianti di energie rinnovabili con le esigenze di tutela del suolo, del paesaggio, della biodiversità e delle funzioni ecologiche degli ecosistemi, senza che la scelta di un’opzione energetica sostenibile si traduca nell’arrecare danno o addirittura pregiudicare l’esistenza di una parte del nostro Capitale Naturale”.

In sostanza, occorre “evitare che le cosiddette ‘semplificazioni burocratiche’ dei procedimenti autorizzativi trasformino le dimensioni delle energie rinnovabili e della tutela del capitale naturale in usi competitivi o addirittura conflittuali”.

Tra le tante raccomandazioni fornite dal rapporto su questo tema, si parla ad esempio di come applicare il principio DNSH (Do No Significant Harm), cioè “non fare danni significativi” contro gli ecosistemi e contro la biodiversità; come ridurre gradualmente i sussidi dannosi per l’ambiente; come migliorare la conservazione della natura aumentando allo stesso tempo la capacità di assorbire e immagazzinare il carbonio.

Ricordiamo che le stesse associazioni ambientaliste, lo scorso dicembre 2022 (Legambiente, Wwf Italia e Fai), hanno pubblicato un documento con dodici proposte per favorire la realizzazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, affermando che “il paesaggio deve essere posto al centro della transizione ecologica”, tramite una pianificazione più attenta del territorio e delle infrastrutture energetiche sostenibili.

Si parla, in particolare, di agrovoltaico, comunità energetiche e repowering di impianti esistenti.

Intanto anche la giustizia amministrativa ha emesso tante sentenze favorevoli alle rinnovabili, in cui si ribadisce il concetto che il pubblico interesse a decarbonizzare il mix energetico, installando impianti eolici e solari, può prevalere su quello della tutela del paesaggio.

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