Traguardi climatici Europa. Studio danese parla di 400 GW di eolico e solare ogni anno

Secondo uno studio dell'Aarhus University bisognerà installare 400 GW/anno di FV ed eolico nel periodo 2025-2035. E puntare molto su idrogeno e in parte sulla cattura della CO2.

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La trasformazione tecnologica richiesta dal traguardo climatico Ue al 2050 (azzerare le emissioni nette di CO2) è di proporzioni enormi: ad esempio, bisognerà installare 400 GW di nuova potenza eolica e fotovoltaica ogni anno nel periodo 2025-2035.

Si dovrà anche investire massicciamente nelle cosiddette tecnologie Power-to-X: quelle che permettono di convertire energia elettrica rinnovabile in idrogeno e altri combustibili alternativi, come i carburanti sintetici, al fine di eliminare le fonti fossili (gas naturale, petrolio) da settori altrimenti difficili da elettrificare direttamente, come trasporti e industrie.

Queste le principali conclusioni di uno studio pubblicato su Joule, dal titolo “Speed of technological transformations required in Europe to achieve different climate goals” (link in basso).

I ricercatori, spiega una nota divulgativa della Aarhus University danese, sottolineano che, per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050 e contenere a +1,5 °C il surriscaldamento globale, è necessario installare 400 GW di energia solare ed eolica nel periodo 2025-2035, quindi molto più del massimo storico toccato a livello europeo (circa 50 GW/anno).

La diffusione delle rinnovabili porterà a una completa elettrificazione delle società europee. I consumi delle industrie e dei trasporti che non possono essere elettrificati, come aerei, grandi navi e camion, dovranno utilizzare combustibili verdi ad alta densità di energia ottenuti dalle tecnologie Power-to-X.

La produzione di idrogeno sarà fondamentale anche per un altro impiego: accumulare energia per lunghi periodi e fornire così un bilanciamento a una rete elettrica sempre più incentrata sulla produzione eolica e solare.

Nella ricerca si parla anche delle tecnologie per catturare la CO2 già emessa in atmosfera, come la Direct air Capture: senza di esse, si legge, “sarà quasi impossibile raccogliere la sfida posta dagli accordi di Parigi”.

Lo studio quindi fa parte di quel filone di esercizi teorici: modelli computazionali che provano a indicare quanti GW delle diverse fonti energetiche saranno necessari per la transizione verde. Molto dipenderà anche dal costo della CO2 che viene considerato.

Per capire la grandezza dello sforzo richiesto da questo modello, conviene fare un confronto con quanto indicato dal piano energetico REPowerEU per il 2030.

Si parla, ad esempio, di installare in media circa 45 GW di fotovoltaico ogni anno per arrivare a 600 GW di potenza cumulativa alla fine di questo decennio, grazie alla Solar Strategy proposta da Bruxelles.

Per quanto riguarda le turbine eoliche, secondo la lobby del settore, WindEurope, bisognerebbe realizzare in media 32-35 GW/anno di nuovi impianti da qui al 2030; REPowerEU punta, infatti, a 480 GW di capacità eolica cumulativa Ue per quella data.

Insomma, con un approccio ambizioso ma più adeguato entro fine decennio. Siamo intorno a 80 GW/anno di nuova potenza eolica e FV da far entrare in esercizio in Europa secondo il super piano della Commissione Ue, mentre nella ricerca danese si viaggia molto più in alto: cinque volte tanto.

Anche secondo il rapporto Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), uscito ad aprile, eolico e fotovoltaico sono le due tecnologie che possono contribuire maggiormente a ridurre le emissioni di anidride carbonica, spesso a costo zero oppure a un costo molto basso rispetto alle alternative fossili e alle soluzioni per catturare la CO2.

Il punto è che tagliare subito le emissioni, usando le rinnovabili al posto di carbone, gas e petrolio, è molto più conveniente che rimuoverle dopo.

Pare però che sia gli scienziati Ipcc che altri esperti, tra cui quelli dello studio della Aarhus University, concordano sul fatto che dovremo in parte affidarci alla rimozione della CO2 rilasciata in atmosfera, per completare il percorso di azzeramento delle emissioni entro metà secolo (net-zero 2050). Anche se questa soluzione lascia molte perplessità tecniche ed economiche.

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