Superbonus, studio Censis: con 55 mld investiti, 115,8 mld di produzione aggiuntiva

La maxi detrazione del 110%, tenendo conto del gettito fiscale generato, è costata allo Stato solo il 30% di quanto messo a bilancio, stima il Centro studi investimenti sociali.

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I 55 miliardi di investimenti attivati in questi due anni per il Superbonus hanno fatto muovere quasi 116 mld di euro di produzione aggiuntiva, creando lavoro e ricadute fiscali positive, tanto che il maxi incentivo in realtà, al netto del gettito generato, è costato allo Stato solo il 30% di quanto messo a bilancio.

A dirlo un nuovo rapporto realizzato dal Censis (Centro studi investimenti sociali), in collaborazione con Harley&Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni (allegato in basso).

Lo studio analizza, nel complesso, gli effetti di Superbonus ed Ecobonus nel percorso di transizione energetica del Paese. Di seguito vediamo più in dettaglio i dati sul Superbonus su vari livelli: energetico, economico e occupazionale.

L’impatto energetico e ambientale

La valutazione dell’efficacia del Superbonus tiene conto della spesa a carico dello stato, parametrata ai livelli di risparmio energetico raggiunto e realizzabile in una prospettiva di breve e medio periodo.

Gli investimenti attivati in questi due anni, hanno prodotto un risparmio energetico che è possibile stimare in quasi 11.700 GWh/anno. Questo risparmio strutturale, insieme ai 143 GWh/anno prodotti dalla nuova potenza rinnovabile installata, contribuisce a un minore consumo di gas necessario per la produzione elettrica e per il riscaldamento domestico.

È possibile stimare questo minore consumo di gas in 1,1 miliardi di metri cubi.

Se si tiene conto sia dei c.d. ecobonus “ordinari” che del Superbonus 110%, il risparmio garantito dai bonus edilizi degli ultimi anni sfiora i 2 miliardi di metri cubi di gas, pari a più di 2/3 del risparmio di gas previsto dalle misure di riduzione dei consumi per il settore domestico, varate ad agosto 2022 per far fronte all’emergenza attuale (attraverso la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione dei riscaldamenti, la riduzione dell’orario giornaliero pari a un’ora, l’abbassamento di un grado della temperatura massima).

L’impatto economico

Nel dettaglio, leggiamo nel rapporto, a fronte dei 55 miliardi di euro di investimenti incentivati dal Superbonus 110% sul patrimonio edilizio, tra agosto 2020 e ottobre 2022, sono stati attivati 79,7 miliardi di euro di produzione diretta nella filiera delle costruzioni, dei servizi tecnici connessi e nei settori dell’indotto della filiera delle costruzioni.

A questi, si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico, connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 115 miliardi di euro. 

L’impatto occupazionale

La spesa e il livello di produzione attivate, si spiega, hanno generato un impatto occupazionale che nei soli settori della filiera delle costruzioni si stima abbia superato le 583mila unità.

Se a questi si aggiungono anche gli addetti attivati nel resto dei settori economici, si arriva a un totale che supera di poco le 900mila unità di lavoro tra indirette e dirette. Un impatto significativo soprattutto se si considera il periodo di profonda crisi in cui questo provvedimento ha iniziato ad avere efficacia

Quanto è costato?

Come ricorda il documento, il costo a carico dello Stato di una misura che riconosce un bonus fiscale maggiore rispetto al valore stesso dell’investimento è uno dei fattori da tenere in considerazione nella valutazione complessiva.

Per la spesa già citata di 55 miliardi di euro in Superbonus (pari a 60,5 miliardi di detrazioni a carico dello Stato), totalizzata appunto nel periodo agosto 2020- ottobre 2022, il Centro Studi CNI stima:

  • un gettito direttamente derivante da lavori realizzati con Super ecobonus pari a 22,8 miliardi di euro;
  • in maniera più estensiva, un gettito derivante dalla produzione complessiva attivata nel sistema economico di 42,8 miliardi di euro, pari a circa il 70% del valore delle detrazioni a carico dello Stato.

Per il rapporto è quindi verosimile ritenere che consistenti volumi di spesa come quelli attivati dal Superbonus determinino un gettito fiscale significativo, tale da far riconsiderare il costo effettivo a carico dello Stato. Sulla base dei calcoli effettuati, il Censis ritiene che al netto del gettito fiscale la spesa in termini di detrazioni si riduca a circa il 30% del suo valore figurativo messo a bilancio. Ciò significa che 100 euro di spesa per Super ecobonus costerebbero effettivamente allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo.

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