Price cap del gas, proposta Ue in arrivo al prossimo Consiglio Energia

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Mentre si lavora a un tetto al prezzo del combustibile, difficile da attuare, i consumi europei di gas crollano del 25% a ottobre, rispetto alla media registrata nel 2019-2021. Dati e possibili scenari.

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Bruxelles continua a lavorare a un tetto al prezzo del gas anche se sarà difficile trovare un accordo tra i vari Paesi su questa misura.

La Commissione Ue presenterà una proposta dettagliata per un meccanismo di correzione del mercato (un price cap temporaneo del gas), in tempo per essere discussa al Consiglio Ue Energia del 24 novembre.

Lo annuncia una lettera firmata dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e dal premier ceco e presidente di turno del Consiglio, Petr Fiala.

La proposta, sottolinea il documento inviato ai rappresentanti dei 27 Stati membri, terrà conto delle condizioni e delle garanzie richieste dai governi nazionali. Ricordiamo che il Consiglio Energia dello scorso 25 ottobre aveva rinviato la decisione sul price cap a causa delle continue divisioni tra gruppi di Paesi.

Da una parte, ci sono quelli – con Italia, Grecia e Belgio in testa – che vorrebbero applicare un tetto al prezzo del gas; dalla parte opposta, la Germania è capofila di chi si oppone a un intervento di questo tipo, perché teme che i fornitori di gas, principalmente quelli di Gnl via nave, indirizzino i loro carichi verso altri mercati senza limiti di prezzo.

Peraltro, secondo un recente studio Oies (Oxford Institute for energy studies), il caro gas è dovuto principalmente a uno squilibrio fra domanda e offerta e alle congestioni sulle rotte di importazione del combustibile, anziché a presunte speculazioni finanziarie.

Quindi, secondo tale ipotesi, un tetto ai prezzi sul TTF (Title Transfer Facility, la borsa olandese che determina il prezzo del gas venduto in Europa) potrebbe essere inefficace e rischioso, riducendo ulteriormente i volumi di gas in arrivo in Europa e così aggravando la crisi energetica.

La proposta che dovrebbe arrivare dalla Commissione è un corridoio dinamico temporaneo dei prezzi per le transazioni del gas, allo scopo di limitare la volatilità del mercato e le relative impennate delle quotazioni.

Ma non sarà il solo tema da discutere il 24 novembre.

Al Consiglio Energia sarà anche presentata una valutazione sul potenziale gap di approvvigionamenti di combustibile, allo scopo di garantire di avere sufficiente gas a disposizione negli stoccaggi europei per la stagione invernale 2023-2024.

Ciò richiederà un approccio più coordinato a livello Ue per accedere al mercato, attraverso gli acquisti comuni di gas (anche ampliando la platea dei fornitori), mentre si proseguiranno le politiche di riduzione della domanda e si cercherà di stabilizzare i prezzi.

Mentre a inizio 2023 la Commissione presenterà una proposta legislativa per riformare il mercato elettrico europeo, al fine di limitare gli impatti del gas sulla formazione dei prezzi elettrici.

Consumi di gas Ue in forte calo a ottobre

Intanto, dai dati aggiornati allo scorso 8 novembre da Bruegel (think tank politico-economico con sede a Bruxelles), emerge che la domanda europea di gas, esclusa quella per il riempimento degli stoccaggi, è scesa del 10% nei primi dieci mesi 2022, rispetto alla media 2019-2021 dello stesso periodo.

I consumi sono crollati del 25% a ottobre, grazie a diversi fattori contingenti, tra cui le temperature miti che hanno ridotto fortemente la richiesta di gas dal settore domestico, come riassume la tabella sotto.

In Italia i consumi di gas hanno fatto complessivamente un -4% da gennaio a ottobre 2022 in confronto alla media 2019-2021. A ottobre la riduzione è stata molto più forte: -24% con un crollo particolarmente accentuato nel settore residenziale (-40%).

Ricordiamo che a settembre la domanda di gas italiana era diminuita del 17,3% rispetto a settembre 2021 (dati MiTE) e che nei primi nove mesi era scesa invece del 3,2% sullo stesso periodo dello scorso anno.

Sono dati però che non devono trarre in inganno. Da novembre, con temperature più fredde e riscaldamenti accesi, la domanda tornerà presumibilmente a salire; sarà da vedere se i singoli Paesi riusciranno a tagliare i consumi anche nei mesi più freddi, nel paragone con le medie degli anni passati.

In Italia, in particolare, il gas dovrebbe bastare – tra quello accumulato negli stoccaggi e quello che importiamo – per superare questo inverno ma ma bisognerà ridurre i consumi almeno del 10% e sarà molto difficile non intaccare le riserve strategiche nazionali (vedi In Italia ci sarà abbastanza gas per superare tutto l’inverno?).

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