Organizzazioni europee chiedono al Parlamento obblighi per l’energia solare negli edifici

Nell'ambito della direttiva EPBD si richiede una regolamentazione che renda obbligatorio l’utilizzo del solare non solo per i nuovi edifici, ma anche per tutti quelli sottoposti a importanti ristrutturazioni.

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In una lettera congiunta, 18 organizzazioni di diversi settori dell’economia hanno invitato i ministri dell’Energia dell’UE e il Parlamento europeo a sostenere un più ambizioso obbligo per l’energia solare nell’Unione europea.

Tra i firmatari ci sono le associazioni con sede a Bruxelles come SolarPower Europe, Solar Heat Europe, e l’European Copper Institute. Tra le associazioni italiane firmatarie Legambiente e Kyoto Club (la lettera è allegata in basso).

Si richiede una spinta maggiore nell’utilizzo dell’energia solare nella direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPBD), in fase di aggiornamento, sulla base della proposta avanzata dalla Commissione europea.

A tale scopo si fa richiesta di una regolamentazione per l’utilizzo del solare non solo per i nuovi edifici, ma anche per tutti quelli sottoposti a importanti ristrutturazioni dentro un quadro normativo che supporti l’accesso dei consumatori alle diverse soluzioni per l’edilizia solare.

Con gli attuali prezzi dell’energia, impianti che prima della crisi energetica si ripagavano tra i 5 e 15 anni, ora possono avere tempi di rientro dell’investimento inferiori ai 5, con cicli di vita anche superiori ai 25 anni.

“L’uso dei tetti europei per installazioni di sistemi solari termici, fotovoltaici o ibridi fotovoltaici e termici (i cosiddetti PVT, ndr) è essenziale per accelerare un approvvigionamento energetico sicuro, conveniente e sostenibile“, ha affermato Pedro Dias, segretario generale di Solar Heat Europe.

Ricordiamo che a maggio 2022, la Commissione europea aveva proposto un’iniziativa dell’UE sui tetti solari nell’ambito dei piani RepowerEU, proprio per ridurre la dipendenza dal gas fossile in tutto il continente. In particolare, la Solar Strategy punta a raddoppiare la capacità fotovoltaica entro il 2025 e a installare 600 GW entro il 2030.

Per massimizzare il potenziale dell’iniziativa, le organizzazioni si sono così unite per chiedere l’attuazione di un obbligo solare nella direttiva EPBD, con l’indicazione, appunto, di una norma cogente che va estesa agli “edifici oggetto di ristrutturazione importante per l’intero involucro e quando si verifica un rifacimento del tetto. (..) Pur mantenendo l’ambizione sugli edifici residenziali, il mandato dovrebbe applicarsi anche a tutti gli edifici non residenziali e alle infrastrutture pertinenti come le pensiline per auto”, si legge nella lettera.

I firmatari sottolineano che un chiaro obbligo per gli edifici stimolerà i consumatori e l’industria edile a intraprendere ampie ristrutturazioni integrate con il solare. Si indicano anche come soluzioni sportelli informativi per i cittadini a livello comunale.

“Per realizzare edifici a emissioni zero, l’obbligo di installazione di impianti solari può consentire di accelerare la realizzazione di miglioramenti in termini di efficienza energetica e aggiornamento dei sistemi tecnici degli edifici, come impianti elettrici, pompe di calore e sistemi di accumulo, oltre che dispositivi per la ricarica di auto elettriche”, ha commentato Quentin de Hults, Direttore Green & Healthy Buildings presso Istituto Europeo del Rame.

Si sottolinea inoltre che servirà istituire un giusto quadro normativo di lungo periodo che massimizzi i vantaggi economici dell’autoconsumo individuale e collettivo e garantisca la disponibilità di un sufficiente numero di professionisti con buone competenze per interventi di decarbonizzazione ed elettrificazione intelligente del parco edilizio.

Ad esempio, solamente il comparto del solare termico potrà creare così 250mila posti di lavoro entro il 2030, e con un obiettivo UE del 45% di energie da fonti rinnovabili, il fotovoltaico avrà bisogno di almeno di 880mila addetti entro fine decennio.

La stesura della lettera congiunta è stata coordinata da Jan Osenberg, Policy Advisor di Solar Power Europe. Le associazioni hanno condiviso la loro dichiarazione con i membri del Parlamento e rappresentanti permanenti presso l’UE e hanno proposto incontri specifici e personali per discuterne ulteriormente.

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