La direttiva Case green richiederà investimenti per 170-320 miliardi di euro

Le stime in tre diversi scenari elaborati nello studio Symbola-Cresme, sull'applicazione in Italia della nuova normativa EPBD.

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Quanto costerà all’Italia adeguare il patrimonio edilizio esistente agli obiettivi della direttiva sulle “case green”?

Sono in molti, tra addetti ai lavori e proprietari di immobili, a porsi questa domanda: secondo un nuovo studio Symbola-Cresme, realizzato per Assimpredil Ance e European Climate Foundation, gli investimenti necessari oscillano tra 170 e 320 miliardi di euro complessivi.

La direttiva EPBD sul rendimento energetico degli edifici (Energy Performance of Buildings), è stata approvata in via definitiva dal parlamento Ue lo scorso 12 marzo.

Tra i punti più importanti il testo prevede che gli Stati membri debbano ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% al 2035. Il 55% di questa riduzione dovrà arrivare dalla ristrutturazione degli immobili con le prestazioni energetiche peggiori.

Lo studio Cresme (centro di ricerche di mercato per il settore delle costruzioni), si legge nella newsletter del 26 marzo, si è focalizzato sui 3,2 milioni di abitazioni che rappresentano il 15% del patrimonio edilizio esistente con le peggiori performance energetiche. Si sono poi elaborati tre scenari, come vedremo tra poco.

In linea generale, lo studio richiama il lavoro del Cresme sulla situazione del patrimonio residenziale italiano, aggiornato nel 2022 su dati Istat e del sistema informativo Cresme/SI.

Da questa stima si conferma la prevalenza delle unità immobiliari unifamiliari, oltre il 50%: 6.487.547 abitazioni sul totale di 12.539.173.

L’altro aspetto rilevante, anche ai fini dell’attuazione della EPBD, è la vetustà del patrimonio abitativo, con 3.396.987 unità abitative precedenti agli anni ’60, quindi con oltre 63 anni di anzianità, 4.857.894 abitazioni costruite negli anni ’60 e altre 4.524.071 unità abitative realizzate negli anni ’70, con un’età superiore a 43 anni.

Nel primo scenario si è stimato il costo degli investimenti per intervenire sui 3,2 milioni di abitazioni che rappresentano il 15% del patrimonio meno performante, applicando i costi medi registrati negli interventi incentivati con il Superbonus 110%. Da questa simulazione emerge che servirebbero in totale 320 miliardi di euro.

Nel secondo scenario, anziché applicare i costi del Superbonus, ritenuti “inefficienti per numerosi fattori distorsivi”, sono applicati “i costi di un mix di interventi più efficienti sul piano della performance energetica”, come proposti dall’Enea nell’ambito del Pniec. Il costo degli investimenti scenderebbe a 260 miliardi di euro.

Una terza stima, evidenzia il Cresme, “era stata realizzata quando la direttiva chiedeva non un taglio tout court del 16% dei consumi al 2030 sugli edifici con le peggiori performance, come nella versione finale, ma un intervento di riduzione del fabbisogno con miglioramento di due classi energetiche sempre sul patrimonio con peggiori performance”.

Anche in quest’ultimo scenario si interviene su 3,2 milioni di abitazioni “con l’obiettivo, però, di portarle dalla classe energetica G alla classe E: il costo sarebbe di 145 miliardi che salgono a 170 se si aggiunge l’installazione di pannelli fotovoltaici a servizio di tutti gli appartamenti”.

Secondo il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, il patrimonio edilizio italiano “è caratterizzato da un lato da classi energetiche molto basse, ma allo stesso tempo da condizioni climatiche molto diverse”, quindi se vogliamo raggiungere gli obiettivi della direttiva EPBD, “non si potrà fare a meno di incentivi più contenuti di quelli degli ultimi anni e comunque di lunga durata, per dar modo alle imprese di programmare investimenti in grado di porre le costruzioni alla testa del processo di innovazione. Dovranno essere anche incentivi di cui si possano misurare gli effetti, anche qui per evitare gli errori passati”.

Per approfondire il tema della EPBD si veda la nostra mini-inchiesta in due puntate:

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