Nella nuova versione del bonus-malus per le auto il governo “salva” le utilitarie

Confermato l’incentivo fino a 6.000 euro per chi acquista un veicolo a basse emissioni inquinanti, mentre la soglia per applicare l’eco-tassa dovrebbe partire da 130 grammi di CO2 per km.

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Incentivo fino a 6.000 euro per le auto a basse emissioni inquinanti (elettriche e ibride), eco-tassa circoscritta alle vetture “di lusso”: questa la nuova ipotesi di schema bonus-malus ambientale destinato a premiare dal primo gennaio 2019 l’acquisto di veicoli ecologici e penalizzare invece le immatricolazioni di modelli con motori a combustione interna di grossa cilindrata (vedi qui la prima versione del provvedimento).

Le notizie che stanno circolando sulle agenzie di stampa dopo il vertice di Palazzo Chigi per discutere la manovra di bilancio 2019, parlano di un accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle che dovrebbe accontentare un po’ tutti, case automobilistiche, consumatori, associazioni ambientaliste, anche se devono essere confermati diversi dettagli.

Nei giorni scorsi le critiche al provvedimento si erano concentrate sul “malus” che avrebbe colpito molte utilitarie a benzina, come la Fiat Panda, sempre molto citata dagli organi d’informazione e dalle associazioni dei costruttori per evidenziare le possibili storture del meccanismo proposto dal governo.

Ricordiamo che Matteo Salvini si era immediatamente schierato contro l’idea di tassare le auto delle famiglie italiane, mentre Luigi Di Maio continuava a difendere il bonus-malus soprattutto nella parte in cui prevede un premio economico per chi acquista una vettura a zero o quasi zero emissioni di CO2.

Di Maio, in un recente incontro al MiSE con le associazioni di categoria interessate dal provvedimento, si era detto disponibile ad accogliere le richieste per migliorare la norma (vedi anche QualEnergia.it con l’articolo di Gianni Silvestrini).

Ora, invece, il “malus” dovrebbe salvare le auto di piccola cilindrata: con ogni probabilità, sarà alzata di una ventina di punti la soglia di grammi di CO2/km da cui far scattare l’imposizione fiscale, quindi teoricamente 130 g/CO2 km (inizialmente il governo aveva indicato 110 grammi, ma ci sono molte piccole auto che emettono più di questo valore dichiarato in sede di omologazione).

Non resta da vedere quale sarà la versione definitiva del provvedimento, con tutte le caratteristiche e le soglie del bonus-malus, per capire meglio quali effetti potrà avere sul mercato automobilistico italiano.

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