Gas: scendono i consumi, aumentano i rigassificatori

Il consumo di gas italiano nel 2023 è sceso del 15%, a 61,1 bcm, mentre ci stiamo attrezzando per avere, nel 2030, rigassificatori per quasi 49 bcm. Il quadro fornito dal ministro Pichetto in audizione.

ADV
image_pdfimage_print

Nel 2023, l’Italia ha consumato 61,1 miliardi di metri cubi di gas (bcm), un calo del 15% rispetto al 2022. Il dato, fornito da Snam, è stato ricordato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, intervenuto in audizione alla Camera mercoledì scorso, 20 marzo (avevamo riportato a fine febbraio i dati ufficiali Mase sul gas, con un consumo interno lordo 2023 a 61,5 bcm: il dato citato da Pichetto si riferisce al netto dei consumi industriali, termoelettrici e civili, mentre quello su sito Mase considera anche la domanda infrastrutturale, ci spiegano da Snam).

Nello stesso intervento, Pichetto ha spiegato che arriveremo al 2030 con una capacità di rigassificazione di quasi 49 bcm, mentre il Pniec aggiornato proposto dal governo, che secondo molti commentatori sopravvaluta il ruolo del gas, prevede che al 2030 i consumi interni lordi di metano scendano a circa 52 bcm, per poi calare a circa 45 bcm nel 2040.

L’obiettivo, come noto, è fare del nostro paese un hub del gas, ma ciò stride con quello che stanno facendo gli altri paesi, che si stanno anche loro dotando di rigassificatori. L’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (Ieefa), in particolare, prevede che a livello europeo la capacità di importazione di Gnl raggiungerà 406 miliardi di metri cubi nel 2030, con un aumento di 143 bcm rispetto ai livelli del 2021, mentre il consumo, secondo gli analisti, scenderà a circa 400 bcm.

Queste alcune considerazioni che vengono in mente sentendo la presentazione del ministro, ma vediamo i dati che ha portato.

I dati 2023

Nel 2023 le importazioni italiane di gas sono state di poco superiori ai consumi, con 61,2 miliardi di metri cubi importati; il Gnl ha coperto il 26% degli import, pari a 16,3 miliardi di metri cubi, con una crescita del 15% (2,1 bcm) rispetto all’anno precedente.

Conseguentemente, l’importazione via tubo è diminuita del 23% (-13 bcm). Le esportazioni sono ancora a valori molto contenuti, a 2,6 bcm, e la produzione nazionale è a 2,8 bcm (in calo del 10% sul 2022).

Nel 2023, ha informato il ministro, c’è stato un solo carico di provenienza russa che rappresenta lo 0,6% delle importazioni di Gnl in Italia. I Paesi di provenienza del gas sono stati: Usa, Egitto, Nigeria, Mozambico, Guinea Equatoriale, Belgio e Qatar.

Gli arrivi di Gnl in Europa nel corso del 2023 sono stati 157 bcm, in calo dell’1% (1,5 bcm) e complessivamente gli aumenti sono stati concentrati in Olanda, Germania e Italia.

Tra i rischi e le situazioni da valutare con maggiore attenzione per le forniture nazionali, Pichetto ha citato l’arresto o la riduzione dei flussi da sud, l’interruzione di una fonte di approvvigionamento e la contemporanea situazione di elevati flussi in esportazione.

Come avevamo riportato, nel 2023 il consumo di gas in Italia è stato il più basso da almeno 25 anni: oltre alle temperature invernali particolarmente miti, sul basso livello della domanda hanno inciso le riduzioni dei consumi industriali e del termoelettrico, stimate rispettivamente intorno al 4% e 16% circa (parallelamente ad una maggiore produzione da rinnovabili del 15,5%); a ciò si aggiunga la discesa dei consumi nel settore civile del 7,5% circa, soprattutto per una maggiore attenzione al risparmio e all’efficienza nell’ambito del riscaldamento.

I rigassificatori e il trend Pniec

La realizzazione dei rigassificatori galleggianti di Piombino e Ravenna, nel breve termine, e la realizzazione dei due terminali on shore di Porto Empedocle e di Gioia Tauro, insieme con la capacità dei tre terminali esistenti, porteranno la capacità attuale, più quella prevista al 2030, a 48,8 bcm, ha poi riportato il ministro nell’audizione.

Questo dato va confrontato con il trend dei consumi previsto dal nuovo Pniec, un piano che peraltro, come detto, conserva per il metano un ruolo per molti troppo centrale, vista l’elettrificazione che sarà necessaria per arrivare al target europeo del net zero al 2050. Un target che comporterà di ridurre del 90% le emissioni di CO2 entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.

Il Pniec presentato a luglio scorso, infatti, prevede per il gas naturale consumi interni lordi di 42,7 Mtep al 2030, cioè circa 52 bcm, e di 37,2 Mtep, cioè circa 45 bcm, al 2040:

Verso un eccesso di capacità?

Questo si inserisce in un contesto in cui l’Italia vole diventare un hub del gas, ma non è certo l’unico paese a dotarsi di rigassificatori.

Dall’inizio del 2022, l’Europa ha aggiunto 36,5 bcm di nuova capacità Gnl, ma il consumo nel 2023 è aumentato solo di 4,8 bcm da gennaio a settembre, in calo rispetto ai +46,2 miliardi di mc dello stesso periodo del 2022, riportava un’analisi Ieefa pubblicata a ottobre 2023. Il tasso di utilizzo dei terminali Gnl europei è stato in media del 58% tra gennaio e settembre 2023, leggiamo da quello stesso report.

L’Europa – spiegavano gli analisti – va dunque verso un eccesso di capacità di rigassificazione, rispetto alla domanda, anche in un’ottica di medio periodo: al 2030 si prevede, come detto, che la capacità di importazione di Gnl europea salga a 406 bcm, con un aumento di 143 bcm rispetto ai livelli del 2021, mentre il consumo, secondo Ieefa, scenderà a circa 400 bcm, grazie alle politiche di riduzione della domanda.

“Il calo della domanda di gas sta mettendo in discussione la narrativa secondo cui l’Europa ha bisogno di più infrastrutture Gnl per raggiungere i suoi obiettivi di sicurezza energetica. I dati dimostrano che non è così”, commentava Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista Ieefa. Precisando poi che “nonostante i significativi progressi verso la riduzione del consumo di gas, i paesi europei rischiano di rinunciare alla dipendenza dai gasdotti russi per un sistema Gnl ridondante, che espone ulteriormente il continente alla volatilità dei prezzi”.

(Articolo aggiornato il 28 marzo per aggiungere la spiegazione che Snam ci ha dato sulla discrepanza tra i dati citati da Pichetto e quelli riportati sul sito Mase).

ADV
×