Gas, l’Ue proroga le misure per la riduzione della domanda del 15%

Il Consiglio energia Ue prolunga di un anno le azioni per contenere i consumi, mentre si fa largo l'ipotesi di una "Solar Power Pledge" nel solco della Carta per l'Eolico sottoscritta a dicembre 2023.

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I Paesi dell’Unione europea sono incoraggiati a proseguire fino al 31 marzo 2025 – con una proroga di un anno – le azioni per ridurre collettivamente la domanda comunitaria di gas del 15% rispetto alla media dei consumi tra aprile 2017 e marzo 2022, mentre è in arrivo un “Solar Power Pledge” che incentivi l’accelerazione della diffusione del fotovoltaico europeo.

Durante il Consiglio energia tenutosi ieri 4 marzo a Bruxelles si è discusso di diversi argomenti, tra i quali l’impatto della fine del transito del gas attraverso l’Ucraina, la necessità di continuare a ridurre la domanda di gas e come ridurre le importazioni di Gnl russo. A margine del Consiglio è stata affrontata anche la necessità di promuovere il solare “made in Europe”.

Come primo risultato i ministri dell’Energia hanno raggiunto un accordo politico su una raccomandazione per proseguire la riduzione coordinata della domanda. “Sebbene la sicurezza dell’approvvigionamento nell’Ue sia migliorata – si legge in una nota – è ancora necessaria una continua riduzione della domanda per garantire uno stoccaggio sufficiente di gas per il prossimo inverno”.

La raccomandazione approvata proroga per altri 12 mesi le norme sul risparmio di gas previste dal regolamento 2022/1369. Il documento, che deve ancora essere adottato formalmente dal Consiglio europeo (verrà fatto entro la fine del mese), non prevede un obbligo ma soltanto un invito rivolto agli Stati membri.

Secondo i dati Eurostat tra agosto 2022 e gennaio 2023 i paesi dell’Ue hanno ridotto collettivamente la quantità di gas naturale consumato nell’Ue del 19%, vale a dire di 41,5 miliardi di metri cubi.

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Obiettivo del provvedimento è fare da “ponte” fino al recepimento l’anno prossimo delle direttive sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili, che porteranno a una “riduzione strutturale” della domanda.

A questo proposito ricordiamo anche la proroga arrivata lo scorso 19 dicembre sempre dal Consiglio energia Ue delle norme di solidarietà nel settore gas contenute nel regolamento 2022/2576 che prevede un sistema per gli acquisti comuni di gas, del meccanismo per la correzione del mercato (regolamento 2022/2578), che istituisce un price cap a 180 euro/MWh (finora mai attivato), oltre all’accelerazione delle autorizzazioni ai progetti delle fonti rinnovabili (regolamento 2022/2577) che impone – ad esempio – tempi non superiori a tre mesi per autorizzare gli impianti fotovoltaici.

E proprio in merito al FV, a margine del Consiglio, la Commissaria Ue all’Energia Kadri Simson si è soffermata sulla situazione dell’industria solare europea, sottolineando come la soluzione di imporre dazi comunitari sulle componenti cinesi non sia al momento allo studio. Alcuni operatori del settore sostengono infatti la necessità di una nuova tornata di tariffe antidumping, per ora escluse.

“Vi sono varie proposte in discussione su come sostenere la nostra industria – ha detto Simson – ma certamente non possiamo chiudere i nostri confini, perché abbiamo bisogno di pannelli solari”. Insieme al collega Thierry Breton, commissario al Mercato interno, Simson ha proposto la firma da parte dei 27 di una dichiarazione volontaria a sostegno del settore, nel solco della Carta per l’Eolico sottoscritta lo scorso dicembre.

“Ora lavorerò a un Solar Power Pledge – ha aggiunto – in cui gli Stati membri e le parti interessate si impegneranno a intraprendere azioni concrete per sostenere la nostra produzione qui in Europa”. Tra queste, ad esempio, aste progettate per favorire i pannelli solari “made in Europe”, corsie preferenziali per i produttori europei tramite appalti pubblici e schemi di incentivi per l’agrivoltaico, dove i produttori dell’Ue hanno un vantaggio sulla Cina.

Dopo il Consiglio energia, Walburga Hemetsberger, Ceo di SolarPower Europe, la principale associazione del settore solare fotovoltaico europeo, ha rimarcato l’importanza dei finanziamenti europei destinati alla produzione di pannelli solari e ha rigettato la necessità di misure di difesa commerciale: “L’Europa – ha scritto in una nota – ha bisogno di una solida strategia industriale accompagnata da chiari standard di accesso al mercato ESG. La storia ha dimostrato che le misure di difesa commerciale sono uno scenario perdente, che non supporta né i produttori né la loro implementazione”.

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