Fotovoltaico, il condominio del futuro secondo SMA Italia

Grazie al decreto Milleproroghe per la prima volta in Italia i cittadini potranno produrre e vendere energia rinnovabile dalla propria abitazione, con un risparmio significativo.

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Con il decreto Milleproroghe già oggi ci sono nuove opportunità per il fotovoltaico come le comunità energetiche e le attività di autoconsumo collettivo in Italia.

Commenta Valerio Natalizia, Regional Manager South Europe di SMA: “La norma del Decreto prevede per la prima volta in Italia la possibilità di creare su larga scala una produzione decentralizza in maniera diffusa. Un’autoproduzione, dunque, che non interessa più solo coloro che vivono in abitazioni indipendenti, ma anche coloro che abitano nei condomìni, ovvero circa il 60% della popolazione italiana. La grande novità consiste non solo nel consumo dell’energia attraverso fonti rinnovabili, quali per l’appunto gli impianti fotovoltaici, ma soprattutto nella possibilità di stoccare l’energia prodotta dal sole, per consumarla in maniera differita. Credo che su questo tema l’Italia stia andando molto velocemente, anche rispetto agli altri Paesi dell’UE”.

L’utente finale avrà la possibilità di ottenere un risparmio di circa il 20-25% sul costo dell’energia. Offrire la possibilità al singolo utente di interagire da un punto di vista elettrico, consentendogli la possibilità, ad esempio, di vendere energia al proprio vicino. La produzione dell’impianto non si limiterà ad alimentare le utenze comuni, come la luce o l’ascensore, ma verrà distribuita a un singolo appartamento.

La nuova norma all’articolo 42-bis “Innovazione in materia di Autoconsumo da fonti rinnovabili” presente nel Decreto consente a tutti i cittadini di esercitare collettivamente il diritto di produrre, immagazzinare, consumare, scambiare e vendere l’energia auto prodotta, con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici e sociali.

I consumatori di energia elettrica possono associarsi per divenire auto-consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW, condividendo l’energia prodotta e utilizzando la rete di distribuzione esistente.

L’energia condivisa deve essere pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali associati.

“È molto interessante come la norma faciliti l’investimento tramite aggregazione di piccoli investitori, semplificando l’acquisto di energia e l’accesso ai mercati energetici, ma non trascuri anche finalità di carattere sociale. L’impianto, infatti, non deve rappresentare l’attività remunerativa principale dei condomini, intervenendo, così, nella lotta al contrasto alla povertà energetica, come molte best practice europee già in corso”, spiega Natalizia.

Il condominio del futuro è a emissioni zero o quasi, sarà sempre più interconnesso con le altre tecnologie attraverso sistemi di intelligenza artificiale, in grado di apprendere in maniera automatizzata i comportamenti di consumo delle utenze, con la possibilità di far dialogare tutte le tecnologie attraverso una piattaforma comune, in grado di attivare, ad esempio, raffrescamento e riscaldamento in materia preventiva in base all’energia disponibile. Una rivoluzione green che avrà importanti benefici sul nostro futuro, aprendo la porta e incentivando anche la mobilità e il trasporto elettrico. Basti pensare, ad esempio, ad un impianto installato sul tetto di una scuola, che durante il weekend utilizza l’energia stoccata per la comunità, come ad esempio spazi per la ricarica elettrica di auto scooter, biciclette o per il trasporto pubblico”.

Un futuro che secondo SMA è già prossimo, grazie a tecnologie disponibili, come la piattaforma ennexOS, che gestisce la complessità di questi sistemi raccogliendo su un unico portale tutti i dati e l’energia da gestire all’interno delle comunità energetiche.

I condomìni italiani, invece, notoriamente datati, dovranno prevedere adeguamenti strutturali e degli impianti, ma che potranno essere realizzati anche in concomitanza con l’installazione dell’impianto.

Conclude Natalizia: “Sarà necessario comprendere bene la normativa e conoscere il livello di incentivo previsto per questa attività. Quello che riteniamo fondamentale è che il meccanismo dovrà essere semplice e chiaro, dove siano evidenti i benefici che questo cambiamento consentirà.”.

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