Cresce l’eolico in Europa nei primi sei mesi del 2020. Ma l’Italia resta in basso

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Le ultime statistiche di WindEurope. Forti investimenti nell'offshore, boom di produzione elettrica da rinnovabili, restano problemi nel permitting.

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Ha prodotto più energia, attirato maggiori investimenti, visto aumentare la potenza installata: l’eolico in Europa nel primo semestre 2020 è riuscito a superare le incognite dell’emergenza coronavirus, segnando numeri in crescita.

Come riporta WindEurope, infatti, da gennaio a giugno di quest’anno in Europa – intesa come Europa in senso più ampio: le statistiche comprendono paesi non-Ue come Russia e Turchia – si sono installati 5,1 GW di nuovi parchi eolici a terra e offshore, +3,5% in confronto ai primi sei mesi del 2019.

Più in dettaglio, si parla di 3,9 GW per gli impianti a terra (qualcosa in più della media registrata nei tre anni precedenti da gennaio a giugno, pari a 3,7 GW) e di 1,2 GW per il segmento offshore, in questo secondo caso lievemente meno della media dei tre anni precedenti, che si attesta a 1,5 GW.

E l’Italia è finita al terzultimo posto con appena 38 MW installati (il dato si ferma al primo maggio), davanti solo al Portogallo e alla Norvegia.

In cima alla classifica c’è la Germania con 804 MW installati in sei mesi, poi ampiamente staccata troviamo la Francia (494 MW), davanti a Spagna e Olanda con rispettivamente 446-409 MW di nuovo eolico.

La Gran Bretagna invece è regina indiscussa delle installazioni offshore: 483 MW nel primo semestre 2020, oltre il doppio del Belgio, in seconda posizione con 235 MW.

Intanto nei primi sei mesi dell’anno, evidenzia la lobby europea dell’eolico, i finanziamenti per la costruzione di nuovi progetti a terra/in mare hanno superato 14 miliardi di euro (11 miliardi per l’offshore), dimostrando la resilienza del settore eolico alla crisi economica innescata dal Covid-19.

Il grafico sotto riassume il quadro.

Vale la pena citare le ultime statistiche di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) sulle pale offshore: si parla di 35 miliardi di dollari investiti su scala globale tra gennaio-giugno 2020, +319% in confronto al medesimo periodo dell’anno prima.

Le decisioni d’investimento, spiega BNEF, hanno riguardato 28 parchi eolici in mare, tra cui al primo posto il maxi impianto Vattenfall Hollandse Zuid da 1,5 GW in Olanda, dal costo stimato di 3,9 miliardi di $.

Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, si legge poi nelle statistiche di WindEurope, l’eolico ha generato 241 TWh in sei mesi, assicurando il 17% della domanda elettrica europea – in questo caso il dato si riferisce all’Ue più la Gran Bretagna – con punte del 55% in Danimarca e del 40% in Irlanda.

Ricordiamo infine che le rinnovabili, per la prima volta, hanno generato più elettricità delle fonti fossili in Europa da gennaio a giugno: 40% di energia elettrica verde nei 27 Stati membri Ue vs il 34% dei combustibili fossili, grazie al boom di eolico e solare.

Ma non mancano le critiche di WindEurope alla prevista evoluzione delle rinnovabili nel nostro continente.

Una recente analisi ha bocciato i piani nazionali al 2030 di quasi tutti i paesi, affermando che i governi non hanno ancora risolto i problemi delle autorizzazioni (troppo lunghe e complesse) per nuovi impianti e potenziamenti di impianti esistenti, né hanno definito i calendari per l’assegnazione di nuova capacità rinnovabile tramite aste.

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