Fratin: “nel 2024 previsti 8 GW di rinnovabili, ma l’Italia post-2030 deve puntare sul nucleare”

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Non solo nuovo idroelettrico e altre rinnovabili, ma dopo il 2030 anche il nucleare, piccolo e modulare o a fusione. Le pasticciate dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin.

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Nel 2024 l’Italia supererà gli 8 GW di nuova potenza rinnovabile installata, che assieme al gas contribuiranno a raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030. Ma per gli obiettivi al 2050 sarà necessario puntare anche sul nucleare, declinato sia in termini di piccoli reattori modulari e, in prospettiva più lontana, con la fusione nucleare.

Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, giovedì 11 aprile, durante un evento organizzato da RCS Academy in collaborazione con Il Corriere della Sera e Pianeta 2030, intitolato “Fonti alternative e climate change”.

Non siamo più dipendenti dalla Russia per il gas

“La questione Ucraina di colpo ha portato un paese come il nostro, che importava dalla Russia il 40% del proprio gas, a dover correre ai ripari. La diversificazione c’è stata: non siamo più dipendenti dalla Russia. Abbiamo una serie di altre fonti, come l’Azerbaigian, con il gas che arriva in Puglia tramite il TAP che ci porta 10 miliardi di metri cubi, un quantitativo notevolissimo, che è stato proprio quello che ci ha salvato in questa prima fase”, ha detto il ministro.

Fratin ha poi menzionato i rigassificatori di Piombino, già in funzione, e quello di Ravenna, che dovrebbe attivarsi per fine anno. “per creare le condizioni di un modello di energia basato sulla sicurezza”, ha aggiunto.

Rinnovabili

“Dobbiamo crescere sul fronte delle rinnovabili, prima di tutto l’idroelettrico, perché in questo campo siamo fermi. Le ultime dighe le abbiamo costruite molti decenni fa e quindi possiamo ancora crescere”, ha dichiarato Fratin, secondo cui, invece, per “l’eolico, principalmente a terra in questo momento si può fare poco”.

“L’Italia ha installato nel 2021 1,5 GW di rinnovabili. Nel 2022, 3 GW, nel 2023 si sono sfiorati i 6 GW. È una progressione importante, con un continuo raddoppio. Per il 2024 non mi aspetto comunque un raddoppio, ma credo che riusciremo a raggiungere un buon livello di installato, che può superare gli 8 GW”, ha affermato.

“Obiettivo è installare al 2030 almeno 70 GW di rinnovabili che portano a un equilibrio del sistema utilizzando anche il gas, che nel contempo dovrà scendere. Non possiamo poi dimenticare il geotermico e l’idrogeno”, ha detto il ministro,

Il “vero mix” al 2050 secondo Fratin

“Il vero mix, quello dopo il 2030, deve prevedere una serie di altre valutazioni a partire dal nucleare. Stiamo andando avanti per creare un mosaico di modelli di produzione che ci permettano di raggiungere la sicurezza. Sicurezza sulla quantità e anche per poter alternare le diverse fonti”, ha detto il ministro

“Credo che dopo il 2030, il nucleare sarà fondamentale. Le stime degli esperti ci dicono che la domanda di energia elettrica al 2050 potrà essere di almeno 700 TWh. Oggi siamo a 310, che includono anche l’import di energia elettrica, compresa un’elevata quota proveniente dalla Francia da fonte nucleare”, ha continuato.

“Con un mandato del Parlamento italiano siamo totalmente impegnati sul fronte della ricerca e della sperimentazione, con Enea per quanto riguarda la fusione a Frascati, e per i piccoli reattori con Newcleo, che sta andando avanti nella ricerca dei SMR con raffreddamento a piombo, che potrebbero essere pronti per gli anni ’30”, ha previsto il ministro.

“È chiaro che questo percorso deve avere un quadro giuridico completo. Tuttavia va detto che le nostre imprese stanno lavorando con commesse nel nucleare francese, americano e in Romania. Si tratta di un nuovo fronte e sono convinto che nel prossimo decennio la soluzione per avere continuità nell’energia sia proprio il nucleare. Con il sistema modulare non ci saranno più le grandi centrali, ma una sommatoria di piccoli reattori da 300, 400 o 500 MW”, spera Fratin.

Secondo Pichetto Fratin è quello che ci serve per dare stabilità e continuità al nostro mix energetico con il taglio dei combustibili fossili, “in attesa naturalmente di quel nucleare da fusione che avremo più avanti”, ha aggiunto Pichetto.

Obiettivi non sono in discussione

“Non si tratta di mettere in discussione gli obiettivi al 2030 o al 2050 – dice il ministro – anche perché sappiamo che l’Italia è tra i paesi che rischia di più a causa dei cambiamenti climatici, ma il percorso deve essere realistico e fattibile”.

Il ministro ha poi accennato al dibattito sulla direttiva Ue per gli edifici green, sulle auto elettriche e sugli imballaggi, spiegando che secondo lui l’elettrico farà “furore” nei prossimi anni, ma non siamo d’accordo sul fatto che sia Bruxelles a dover decidere che nel 2035 non si produrranno più motori termici, anche se poi si fa riferimento all’uso di carburanti sintetici, motori a metano, e-fuel, biocarburanti. “È anche una questione di interesse nazionale, dove ognuno cerca di imporre il proprio prodotto”, ha detto il ministro.

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