Le fonti rinnovabili – eolico, solare, idroelettrico, biomasse – hanno prodotto più energia elettrica di tutte le fonti fossili messe insieme in Europa.
È successo per la prima volta nel periodo gennaio-giugno 2020, grazie alle condizioni particolarmente favorevoli per la produzione degli impianti eolici e solari (soprattutto l’elevata ventosità) e al calo della domanda elettrica provocato dall’emergenza coronavirus.
In sostanza, come si era già osservato nei mesi scorsi in diversi paesi, la forte produzione da rinnovabili e la riduzione complessiva dei consumi elettrici durante il lockdown sono i due fattori che hanno permesso alle tecnologie pulite di “schiacciare” le risorse fossili, cioè carbone, gas e olio combustibile.
In Italia, gli ultimi dati di Terna mostrano che le rinnovabili nel primo semestre 2020 hanno coperto il 45% della produzione elettrica interna e il 41% dei consumi; si vedano qui le statistiche complete.
Più in dettaglio, evidenziano le analisi di Ember su dati ENTSO-E, le rinnovabili hanno generato il 40% dell’energia elettrica nei 27 Stati membri Ue, mentre le fonti fossili si sono fermate al 34%; eolico e solare, considerando il loro output combinato, sono arrivati al 21% della generazione elettrica totale (un record) con punte del 64% in Danimarca, del 49% in Irlanda e del 42% in Germania (Italia: 18%).
Intanto il carbone ha dimezzato il suo “peso” nel mix elettrico europeo in pochissimi anni: era al 24% circa della produzione totale di elettricità nel 2016, per poi scendere al 12% nel primo semestre del 2020.
Il grafico seguente, tratto dalle statistiche di Ember, riassume il quadro generale.
Così le fonti rinnovabili, prosegue Ember, in totale hanno fatto un +11% di produzione elettrica nel primo semestre 2020, in confronto allo stesso periodo del 2019.
Al contrario, le fonti fossili hanno perso il 18% con lignite e carbone che sono crollate, rispettivamente, del 29% e del 34% rispetto alla prima metà dello scorso anno, come evidenzia il prossimo grafico.
Pure la produzione elettrica delle centrali a gas è diminuita (-6%).
Spagna e Italia, spiega poi Ember, sono i paesi che hanno visto le maggiori riduzioni della generazione a gas, rispettivamente -20% e -16% nel paragone con gennaio-giugno 2019; per l’Italia si parla di una decina di TWh persi nel gas.
La Germania, invece, è il paese in cui il carbone è precipitato di più, avendo segnato un -39% di energia elettrica generata nella prima metà del 2020 con questa fonte fossile (31 TWh in meno rispetto al semestre iniziale dell’anno precedente).