Cosa ci sarà nel nuovo pacchetto Ue contro il caro energia

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Bruxelles lo presenterà il 18 ottobre: si punta su acquisti comuni di gas, riduzione della domanda, limiti ai prezzi, più solidarietà. Intanto Liz Truss in Uk punta a introdurre un tetto ai ricavi degli impianti infra-marginali, come ha già fatto l'Europa.

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Sta per arrivare un altro pacchetto Ue contro il caro energia che potrebbe sciogliere il nodo del tetto al prezzo del gas.

La Commissione presenterà le nuove misure il 18 ottobre, in tempo per essere discusse dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo del 20-21 ottobre, e dai ministri al Consiglio Ue Energia del 25 ottobre.

Ad annunciare il prossimo pacchetto è stata la commissaria Ue Kadri Simson, al termine del Consiglio Energia informale che si è chiuso ieri, mercoledì 12 ottobre, a Praga.

Intanto anche la Gran Bretagna, nel nuovo Energy Prices Bill appena presentato al Parlamento dal governo di Liz Truss, vuole introdurre un tetto ai ricavi degli impianti infra-marginali (rinnovabili e nucleare) da inizio 2023, battezzato Cost-Plus Revenue Limit, in modo da ridurre i costi delle bollette elettriche gonfiate dai prezzi elevatissimi del gas.

Ricordiamo che un meccanismo simile è già in vigore a livello Ue con un tetto ai ricavi fissato a 180 euro/MWh.

Simson ha spiegato che Bruxelles sta lavorando a quattro interventi:

  • un benchmark alternativo al Ttf per il prezzo del gas, perché il Ttf sta alterando artificialmente le quotazioni sul mercato europeo;
  • ulteriore riduzione della domanda di gas;
  • rafforzare gli accordi di solidarietà tra Stati membri per le forniture energetiche;
  • creare una piattaforma per gli acquisti comuni di gas.

La commissaria ha anche parlato della necessità di definire un meccanismo temporaneo per limitare i prezzi del gas, senza però fornire dettagli su come funzionerà.

Il tetto al prezzo del gas rimane la questione più spinosa.

Alcuni Paesi, Italia in testa, spingono verso un price cap dinamico, una sorta di “intervallo” (come lo ha definito il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, parlando dopo il Consiglio di ieri), entro cui far muovere i prezzi ma con una minore volatilità rispetto a oggi.

Germania e Olanda continuano invece a esitare. In un documento ufficioso presentato dai due Paesi al vertice di Praga (fonte agenzia Euractiv), si chiede di puntare soprattutto sugli acquisti congiunti di gas e su altre misure, tra cui: riempimento anticipato e coordinato degli stoccaggi per il 2023-2024, potenziamento delle interconnessioni, focus sulla riduzione della domanda energetica, sviluppo più consistente delle fonti rinnovabili.

Ma il fronte dei Paesi favorevoli al price cap si sta allargando e anche dalla Germania si è intravista qualche seppur timida apertura (si veda Le non-decisioni Ue sul tetto al prezzo del gas: come si chiuderà la partita? ).

Il non paper di Germania e Olanda parla solo di un eventuale price cap sul gas russo importato via tubo, quindi rimane su una posizione molto più prudente rispetto alle ipotesi di un tetto generalizzato. Ricordiamo che il principale timore tedesco e olandese è che il price cap potrebbe dirottare le forniture di Gnl via nave verso altri mercati con prezzi più alti, lasciando in difficoltà gli acquirenti europei.

Per quanto riguarda la riduzione della domanda, Simson ha ricordato che è possibile attivare la clausola di emergenza Ue, che renderebbe obbligatorio il target di riduzione del 15% (ora volontario), ma potrebbero essere necessarie altre misure per assicurare un livello sufficiente di risparmio energetico.

Il tema che sta raccogliendo più consenso è quello di sviluppare una piattaforma comune europea per acquistare il gas.

Si teme infatti che il prossimo inverno 2023-2024 sarà ancora più difficile da affrontare, in caso di totale assenza di forniture dalla Russia. Bisognerà riempire gli stoccaggi con largo anticipo e bisognerà farlo in maniera coordinata, in modo da evitare la concorrenza interna tra Stati Ue per aggiudicarsi le forniture.

Grazie alla piattaforma, inoltre, la Ue aumenterà il suo peso economico per contrattare prezzi più vantaggiosi.

Infine, Simson ha confermato che la Commissione Ue sta lavorando a una riforma del mercato elettrico, finalizzata a portare ai consumatori i vantaggi delle rinnovabili e delle tecnologie low-carbon, evitando che una singola fonte energetica, come il gas in questo momento, possa alterare il corretto andamento dei prezzi.

Una prima proposta sarà presentata entro la fine del 2022.

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