Approvata la strategia europea sulle materie prime critiche

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Via libera definitivo dal Consiglio Ue al Critical Raw Materials Act (Crma), per rendere l'Europa più indipendente dalle importazioni di minerali chiave per la transizione energetica.

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L’Europa dipende in gran parte da Paesi terzi (soprattutto la Cina) per la fornitura di materie prime fondamentali per la transizione verde, l’industria digitale e la difesa: per ovviare a questo problema è stato adottato il Critical Raw Materials Act (Crma), che ha visto ieri, 18 marzo, l’approvazione finale da parte del Consiglio dell’Unione europea.

Il testo (link in basso) introduce scadenze ben definite per le procedure di autorizzazione per i progetti di estrazione nei territori comunitari (27 mesi, mentre i progetti di riciclaggio e lavorazione dovrebbero ricevere i permessi entro 15 mesi). Inoltre, consente alla Commissione e agli Stati membri di riconoscere un progetto come “strategico” (condizione che apre le porte a diverse corsie preferenziali e agevolazioni), richiede alle grandi aziende che producono batterie e generatori di energia rinnovabile valutazioni dei rischi nella catena di approvvigionamento, impone ai Paesi di disporre piani di esplorazione nazionali e istituisce parametri di riferimento sull’estrazione, la lavorazione, il riciclaggio e la diversificazione delle fonti di importazione.

Il provvedimento stabilisce poi due elenchi di materiali (34 critici e 17 strategici) che sono cruciali per il futuro della transizione verde europea. Secondo un report della Iea uscito lo scorso luglio, la corsa delle tecnologie low carbon sta alimentando un’enorme domanda di minerali: dal 2017 al 2022 il settore energetico è stato il principale fattore alla base di una triplicazione della domanda complessiva di litio, un aumento del 70% della domanda di cobalto e un aumento del 40% della richiesta di nichel.

Secondo i promotori della legge, entro il 2030 il consumo annuale del blocco Ue sarà composto per almeno il 10% da minerali estratti localmente, per il 40% da elementi lavorati all’interno dell’Ue e per il 25% da materiali riciclati. Allo stesso tempo, nessun Paese terzo fornirà più del 65% del consumo annuale europeo di uno qualsiasi dei materiali chiave.

Nel testo ci sono anche misure per realizzare partenariati strategici tra l’Ue e Paesi terzi sulle materie prime critiche, incentrati sul trasferimento di conoscenze e tecnologie, sulla formazione e sull’applicazione dei “migliori standard ecologici” nell’estrazione e lavorazione nei Paesi partner.

La settimana scorsa, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha annunciato che l’esecutivo Ue ha avviato un programma da 22,5 milioni di euro per investire in energia e materie prime critiche in Groenlandia. Un altro  partenariato strategico è stato firmato con il Canada nel 2021.

Il Crma fa parte del piano per il Green Deal presentato dal Commissario Thierry Breton nel febbraio 2023. Sarà ora trasmesso al presidente del Parlamento europeo e al presidente del Consiglio Ue per la firma, verrà poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

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