Contatore rinnovabili elettriche: -397 milioni al tetto. Che succederà?

L'ultimo aggiornamento del contatore GSE mostra che mancano meno di 400 milioni al raggiungimento del budget di spesa per gli incentivi alla rinnovabili elettriche diverse dal FV, 5,8 miliardi. Sarebbe un problema se il tetto fosse raggiunto prima che si liberino risorse, ma la situazione appare meno preoccupante rispetto a questa primavera.

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Mancano meno di 400 milioni al raggiungimento del tetto massimo di spesa per gli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico. Il contatore infatti è a quota 5,403 miliardi di euro (vedi riquadro in basso). Lo ha comunicato il GSE riferendosi all’ultimo aggiornamento, che fa il punto sugli incentivi assegnati fino al 31 agosto 2014.

In base all’art. 3 del D.M. 6/7/2012, il “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui. Mancano dunque appena 397 milioni, anche se dal 2015 si libereranno altre risorse, quelle assegnate a impianti che usciranno dal periodo in cui sono incentivati.

Come sappiamo, infatti, i 5,403 miliardi di cui stiamo parlando sono la stima dell’onere annuo potenziale (già impegnato anche se non ancora interamente sostenuto) degli incentivi riconosciuti agli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici in attuazione dei vari provvedimenti di incentivazione statali che si sono succeduti negli anni (vedi allegati in basso per i dettagli sulle modalità di calcolo e le cifre impegnate).

Dunque in che situazione siamo? C’è il rischio che finiscano gli incentivi a eolico, biomasse e le altre fonti? Tutto dipenderà da quanto veloce camminerà il contatore.

Come detto, nel corso del 2015 dovrebbero liberarsi risorse per qualche centinaia di milioni di euro. È cruciale che il tetto dei 5,8 miliardi non venga raggiunto prima che le risorse impegnate inizino a liberarsi, appunto per l’esaurimento progressivo dei vecchi incentivi del Cip 6 e dei Certificati Verdi. La situazione al momento è ancora incerta, le associazioni del settore stanno chiedendo un intervento urgente di GSE e Governo, ma c’è meno preoccupazione che nei mesi scorsi.

Questa primavera, infatti, si era previsto che il tetto venisse raggiunto già entro gennaio 2015. A far accelerare il contatore e le stime era stata soprattutto la discesa del PUN, cioè il prezzo dell’elettricità all’ingrosso, dato che, essendo parte degli incentivi erogati sotto forma di tariffe fisse onnicomprensive, più il prezzo dell’elettricità cala, maggiore è la quota da integrare prendendola dal ‘monte incentivi’. Specularmente a far rallentare il contatore in questo ultimo aggiornamento è stata la stabilizzazione del PUN nei mesi estivi, mentre l’aumento che si sta ora verificando (58 euro/MWh a settembre e 65 euro/MWh a ottobre contro 47 di agosto) dovrebbe far sì che il tetto dei 5,8 miliardi venga raggiunto sensibilmente più tardi di quel che si temeva.

Di sicuro il limite non sarà superato prima del prossimo aggiornamento, previsto per febbraio 2015, ma resta da vedere quando sarà toccato. Proprio per evitare l’incertezza sull’andamento del conto del monte incentivi, gli operatori stanno proponendo a GSE e MiSE di cambiare il sistema di calcolo. Una ipotesi indicata è, ad esempio, quella di considerare, anziché il PUN mensile, il PUN medio per un periodo più lungo, ad esempio di uno o due anni. Se si adottasse un sistema di calcolo del genere, basato sul PUN medio degli ultimi 12-24 mesi, il contatore girerebbe in maniera più lenta e stabile, dando quel tempo necessario per beneficiare delle risorse che si libereranno progressivamente durante il 2015.

Se ciò accadesse, per i prossimi anni si avrebbero incentivi garantiti senza bisogno di nuovi provvedimenti legislativi, dato che, con la scadenza di incentivi Cip e Certificati Verdi assegnati in passato, il conto si ridurrebbe di oltre un paio di miliardi.

L’ipotesi peggiore, che al momento sembra però improbabile, è invece che il contatore raggiunga quota 5,8 miliardi prima che si liberino risorse grazie all’esaurimento dei vecchi incentivi. In quel caso ci si dovrebbe sperare in intervento del Governo: in più occasioni il viceministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti ha rassicurato che in quella eventualità l’Esecutivo “valuterà il da farsi, consapevoli che non possiamo e non vogliamo fermare lo sviluppo delle fonti rinnovabili”.

Le cifre impegnate per fonte e provvedimento incentivante (pdf)

Il metodo di calcolo del costo indicativo cumulato annuo degli incentivi (pdf)

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