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Rinnovabili, in Scandinavia ci si porta avanti sugli obiettivi 2030

Il governo e il parlamento danese hanno fissato un obiettivo per le rinnovabili sui consumi finali del 55% al 2030. Grande impulso a eolico offshore e repowering. Serve però ridurre la tassazione sull'elettricità. In Svezia, grazie alle nuove installazioni eoliche, si è quasi arrivati al target con 12 anni di anticipo.

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La transizione energetica in Scandinavia procede rapida, anche se non dovrà mancare un continuo monitoraggio delle politiche e delle strategie.

Ad esempio solo poco giorni fa il governo e il parlamento danese hanno raggiunto un accordo sugli obiettivi per le fonti rinnovabili al 2030.

L’Energy Agreement prevede che a quella data la Danimarca debba coprire la domanda di energia sui consumi finali (quindi elettrica e termica) per il 55% con fonti rinnovabili.

Un obiettivo molto elevato che prevede nuovi investimenti soprattutto nell’eolico offshore: 3 nuovi parchi in mare per una potenza totale di almeno 2,4 GW, forse fino a 3 GW, saranno installati entro il prossimo decennio; il primo di questi progetti sarà assegnato tramite ad asta tra il 2019 e il 2020.

Un peso importante lo avrà anche l’eolico su terraferma che si svilupperà anch’esso attraverso il meccanismo delle aste competitive.

In particolare il governo ha pianificato di ridurre il numero delle turbine dalle attuali 4.300 a circa 1.850, sostituendo le macchine datate con altre molto più grandi e performanti. Questa strategia di repowering, la prima di queste dimensioni in Europa, comporterà un notevole sviluppo del mercato.

Non esistono al momento dettagli, ma l’obiettivo certo sarà quello di avere entro la fine del prossimo decennio una generazione elettrica dal vento più elevata rispetto ad oggi.

A fine 2017 la Danimarca produceva il 32,4% del suo fabbisogno energetico complessivo con le rinnovabili. Le fonti pulite coprivano complessivamente il 63% della richiesta elettrica: quasi 19 TWh/anno, di cui quasi il 75% da eolico.

Con la nuova definizione degli obiettivi al 2030 e con il rilevante ruolo che avrà l’eolico si darà sicuramente un’opportunità all’industria dell’energia del vento danese per poter pianificare con più oculatezza gli investimenti su tutta la filiera a cominciare dall’offshore che, senza questi target, avrebbe avuto uno stop intorno al 2021.

L’accordo energetico danese inoltre prevede di ridurre le tasse sull’elettricità. Attualmente il prezzo dell’energia elettrica per le famiglie danesi è il più elevato tra i paesi Ue.

L’elettrificazione del sistema energetico danese, per gli usi nei settori dell’industria, del riscaldamento e dei trasporti è una strada da intraprendere per la IEA come abbiamo scritto di recente (vedi QualEnergia.it).

Tra le soluzioni proposte dall’agenzia, in parte già adottate dal paese, c’è quella di ridurre la tassazione sui consumi elettrici per il riscaldamento residenziale (con pompe di calore, ad esempio), utilizzando contatori intelligenti dedicati a questo scopo. Un metodo simile potrebbe essere applicato per valutare altri consumi di elettricità, come quelli per i veicoli e le batterie.

In questo quadro, con un obiettivo al 2020 del 48-50% da eolico sui consumi elettrici, essendo la produzione dal vento per sua natura variabile, servirebbe anche integrare altre fonti e tecnologie. La Danimarca ad esempio fa un ampio utilizzo della cogenerazione con notevoli capacità di stoccaggio del calore. Questo sarebbe un binomio ideale per l’integrazione dei due vettori, elettricità e calore.

Ma servirà allineare le attuali politiche fiscali e gli aspetti normativi e di regolazione necessari a sostenere il potenziale e la sinergia di questo modello energetico, riducendo gradualmente le distorsioni del mercato provocate dai prezzi dell’energia (vedi QualEnergia.it, Governare la domanda termica ed elettrica da rinnovabili, il caso della Danimarca).

Anche in Svezia si fanno passi rapidissimi verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030. Anzi, qui si lavora d’anticipo.

Con 3.681 macchine eoliche installate a metà 2018, oltre ad altri investimenti possibili nella seconda parte dell’anno (circa 2.600 MW di eolico onshore entro il 2019), la potenza eolica installata nel paese consentirà di generare 18 TWh/anno (vedi anche report della Swedish Wind Energy Association).

Questa produzione elettrica consentirà di ottenere con 12 anni di anticipo il target da rinnovabili che doveva essere toccato solo nel 2030.

Alcuni impianti verranno costruiti in Norvegia, Paese con cui la Svezia condivide il mercato dei certificati di energia da rinnovabili. Ma il problema è che una volta raggiunto l’obiettivo, gli incentivi dovrebbe ridursi drasticamente. Già quest’anno le previsioni per i prezzi dei certificati al 2021, proprio per l’accelerazione delle installazioni eoliche, risultano in calo del 70%, per la preoccupazione degli operatori svedesi.

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