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Bozza decreto rinnovabili. Lettera di ANEV a Renzi

  • 8 Giugno 2015

Il presidente ANEV scrive una lettera aperta al Presidente del Consiglio per chiedere un cambio di rotta sulla bozza del decreto che fissa i nuovi incentivi per le rinnovabili non fotovoltaiche per il periodo 2016-2020.

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“Le scrivo per manifestare le preoccupazioni di un intero comparto industriale nazionale che oggi conta 27.000 addetti direttamente impegnati nel nostro Paese, che è esportatore di tecnologia e componentistica nel mondo”. Cosí Simone Togni, presidente dell’Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV), scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per esprimere il suo disappunto verso la bozza del Decreto che fissa i nuovi incentivi per le rinnovabili non fotovoltaiche per il periodo 2016/2020.

“La bozza del nuovo Decreto – prosegue il presidente ANEV – già in forte ritardo rispetto alla data prevista del 31 Dicembre 2014 per l’emanazione, risulta essere contraddittoria e lesiva degli interessi del Paese anche rispetto agli obiettivi assunti al 2020 e quelli in fase di definizione al 2030. Il testo propone infatti importanti tagli agli incentivi per l’eolico, che ne ridimensionano consistentemente le prospettive di crescita e sviluppo, contrariamente, per altro, a quanto preannunciato per il Green Act, che dovrebbe puntare a rilanciare le politiche ambientali”.

“Anche al di fuori dell’Europa – argomenta Togni – Paesi che hanno fondato le loro economie sul petrolio stanno investendo in maniera massiccia sulle rinnovabili. Emblematico è il caso dell’Arabia Saudita, dove il Ministro del petrolio Ali al – Naimi ha annunciato che entro mezzo secolo il Regno ‘diventerà potenza globale nell’energia solare ed eolica’ ”.

“Qualora il Decreto venisse approvato nella versione trasmessa alla Conferenza Unificata Stato Regioni, si metterebbe fine alla parola eolico in Italia, con conseguenze gravissime sull’industria, sull’economia, sul lavoro, nonché sulle generazioni future. Per questo motivo chiediamo un Suo intervento diretto e immediato per salvare il settore e per prestare fede a quanto promesso dal Governo, sin dall’inizio della legislatura, in tema di Green economy. L’auspicio è che il Green Act non diventi un Black Act e che si dia sostegno alle energie pulite come l’eolico che oggi ha raggiunto una maturità tecnologica avanzatissima e un costo di produzione molto vicino alla grid parity. Basti pensare che ogni anno cessano incentivi all’eolico per oltre 100 milioni di euro fino al 2020 e di questi i nuovi meccanismi di incentivazione ne occuperebbero meno di un terzo, con il risultato che il comparto industriale nazionale del vento continuerebbe a crescere e la bolletta degli italiani continuerebbe a scendere”, conclude Togni.

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