Decreto Energia, le reazioni degli operatori alle misure per le rinnovabili

I commenti di Italia Solare e Anev: giudizi positivi soprattutto per la rimozione della tassa da 10 euro/kW per i nuovi impianti oltre i 20 kW.

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Il 31 gennaio il Senato ha approvato il ddl di conversione del cosiddetto decreto Energia, ponendo fine all’iter legislativo del provvedimento su sicurezza energetica, fonti rinnovabili e ricostruzione dei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali, che aveva subìto alcune modifiche alla Camera.

I commenti di alcune associazioni delle rinnovabili, come Italia Solare e Anev, sono in sostanza positivi, soprattutto per l’eliminazione del nuovo contributo a carico degli operatori Fer da versare alle Regioni.

Nel provvedimento, ricordiamo, ci sono diverse misure per le energie pulite, tra cui incentivi alle aziende a forte consumo di energia per installare nuovi impianti a fonti rinnovabili, possibilità di accedere agli incentivi anche per il fotovoltaico a terra su terreni agricoli (con la sola esclusione dei meccanismi di sostegno che derivano dal d.lgs. 28/2011), oltre a una spinta verso gli investimenti in geotermia ed eolico offshore nel sud Italia.

Ci sono però anche misure a favore dei combustibili fossili, come il rafforzamento dei terminali di gas naturale liquefatto (Gnl) a terra e offshore.

Tra le novità arrivate in sede di conversione, come detto, c’è stata la rimozione del contributo a carico degli operatori Fer da versare al fondo di compensazione per le Regioni che ospitano gli impianti. La modifica è intervenuta sull’articolo 4 eliminando la tassa, molto contestata, da 10 euro/kW per i nuovi impianti oltre i 20 kW (idroelettrici e geotermici esclusi).

Una novità salutata con favore dalle associazioni di settore. Italia Solare parla di un “risultato molto importante”, dato che il provvedimento era “evidentemente un controsenso”: “Tassare le rinnovabili per incentivare i territori a ospitare le rinnovabili – fa notare il presidente Paolo Rocco Viscontini in una nota – è chiaramente un assurdo concettuale che avrebbe anche minato in modo importante lo sviluppo di nuove realizzazioni, minacciando così il raggiungimento degli obiettivi del Pniec. Ci siamo opposti con decisione negli incontri personali con i vari parlamentari, in occasione dell’audizione sulla legge che includeva l’assurda norma, promuovendo emendamenti, tramite segnalazioni dirette al Mase, in occasione di incontri pubblici”.

Anche Anev esulta per la rimozione del contributo, che “avrebbe penalizzato gli impianti autorizzati colpendo il settore”.

L’associazione dell’eolico ha anche lodato “l’eliminazione del concerto del Mic nella firma dei decreti di Valutazione di Impatto Ambientale”. Tale previsione, si spiega, “è stata giustamente limitata ai pochi casi di impianti ricadenti in aree idonee; questo aiuta certamente a ridurre i tempi per gli impianti che hanno impatti limitatissimi e la sottoposizione ad assoggettabilità a Via delle procedure di modifica anche sostanziale per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti di produzione di energia da fonti eoliche o solari”.

“Apprezziamo molto il lavoro svolto, che ha riguardato alcuni aspetti che l’Anev aveva da tempo segnalato. Il rafforzamento della Via, le semplificazioni procedurali introdotte, l’eliminazione di una tassa che avrebbe bloccato lo sviluppo di nuove iniziative e l’ottenimento di un primo importante passo per lo sviluppo dell’eolico offshore ci fanno ben sperare per il futuro”, ha dichiarato il presidente Simone Togni.

“Con la conversione in legge del Decreto Energia, oggi l’Italia è più forte nelle sfide climatiche”, ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

“Il provvedimento – ha aggiunto – accompagna le imprese nel loro percorso di decarbonizzazione, sviluppando tante filiere di energia rinnovabile che possono aiutarci al raggiungimento dei nostri obiettivi delineati dal Pniec. Poniamo inoltre attenzione a questioni ambientali cogenti, come quelle relative alla gestione dei rifiuti, alla depurazione delle acque reflue, alla determinazione del deposito per i rifiuti radioattivi. Il Parlamento, che ringrazio, ha migliorato il testo, un bel segnale per il Paese che presiede il G7 e che ha messo la crescita attraverso la sostenibilità al centro della propria azione”.

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