Eolico, cinque proposte per far partire il settore in Italia

  • 16 Ottobre 2023

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Legambiente e Anev fanno un appello al Governo Meloni: accelerare sullo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili, a partire dall’eolico a terra e a mare.

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Accelerare i processi autorizzativi, prevedere processi di partecipazione e di ascolto per la realizzazione degli impianti, definire delle aree idonee in modo coerente con obiettivi da raggiungere al 2030, innalzare, di almeno 6 GW, gli obiettivi di diffusione dell’eolico a mare indicati dal nuovo Pniec, introdurre una cabina di regia per la presentazione e la realizzazione degli impianti.

Queste le cinque proposte che Legambiente ed Anev lanciano dalla Campania al Governo Meloni in occasione della XII tappa della campagna itinerante I cantieri della transizione ecologica”, arrivata oggi – 16 ottobre – in provincia di Avellino per fare il punto sullo sviluppo di queste rinnovabili sulla dorsale appenninica e sull’importanza delle attività di “repowering” e di “revamping”, a partire dall’impianto eolico di Aquilonia del gruppo IVPC.

Secondo le associazioni, l’Italia deve accelerare il passo nella diffusione degli impianti eolici a terra e a mare attraverso processi autorizzativi più snelli e veloci, definendo una cabina di regia per la presentazione e la realizzazione degli impianti e innalzando gli obiettivi di diffusione dell’eolico a terra e a mare.

In questa partita, è fondamentale prevedere processi di partecipazione e di ascolto per la realizzazione degli impianti, senza dimenticare la semplificazione dell’iter autorizzativo uniformando nel decreto “aree idonee” le fasce di rispetto dell’eolico a 500 mt come per il fotovoltaico e semplificando le attività di “repowering” e “revamping” degli impianti per stare al passo con le moderne tecnologie ed evitare di avere strutture obsolete sui territori.

Non a caso in Campania

Di questi temi si è discusso durante il convegno di oggi. Una scelta non casuale quella di far tappa in Campania, terza regione in Italia per potenza installata, con i suoi oltre 1,7 GW, e che rappresenta la seconda per produzione annua, grazie ai 3,7 TWh di energia elettrica prodotta nel 2021. Una regione – come sintetizza Legambiente nel report campano Qual Buon Vento – che vanta sul suo territorio 625 impianti con oltre 1200 turbine e dove l ’eolico è la prima tecnologia rinnovabile elettrica, davanti a fotovoltaico, bioenergie e idroelettrico.

La provincia di Avellino e di Benevento sono quelle che hanno il maggior numero di comuni coinvolti da installazioni di eolico, spiega la nota congiunta delle due associazioni – rispettivamente il 44% e il 36% (seguite da Salerno con il 12,18% e poi da Caserta e Napoli con appena l’1,18% e addirittura lo 0,06%) – e sono le due province capofila con nuovi impianti installati dal 2021 per una potenza totale pari a quasi 28 MW. Qui soffiano i venti più forti e le installazioni danno i risulti migliori, migliorandosi costantemente grazie a innovazione e tecnologie moderne.

L’importanza del repowering

Avere degli impianti al passo con i tempi è fondamentale. Per questo è importante semplificare i processi di ammodernamento degli impianti esistenti. Il “revamping” prevede la sostituzione solo di alcuni componenti (ad esempio le pale, il sistema di controllo e gestione, gli anemometri etc.) che risultano obsolescenti o usurati, per migliorare le performance di impianto, senza modificare però il numero di turbine, mentre il “repowering” prevede la sostituzione dell’intera turbina eolica con una nuova di taglia superiore, di maggiori dimensioni e con maggiore produzione di energia elettrica.

A raccontare l’evoluzione in atto è l’impianto eolico installato ad Aquilonia (AV) e di proprietà del gruppo IVPC interessato da un progetto di “repowering” che ha avuto inizio nel 2023 e che è al centro di questa tappa della campagna “I Cantieri della transizione ecologica. Verso il XII congresso nazionale” pensata da Legambiente per raccontare quei progetti, cantieri e buone pratiche che vanno nella giusta direzione della transizione ecologica e che fanno bene al Paese.

L’intervento di repowering riguarderà la sostituzione degli attuali aerogeneratori di tecnologia ormai obsoleta, costituiti da una torre a traliccio e aventi una potenza unitaria di 0,6 MW, con aerogeneratori su tubolare di ultima generazione, tecnologicamente avanzati e con potenza unitaria compresa tra 4 e 6 MW. In particolare, nel Comune di Aquilonia verranno installati 4 aerogeneratori, due da 3,8 MW e due da 2,2 MW per un totale di 12 MW.

Altre attività di  repowering interesseranno anche altri impianti eolici installati nei territori delle province di Avellino, Benevento e Foggia, lungo la dorsale appenninica, sempre di proprietà del Gruppo IVPC, attualmente costituiti da 282 aerogeneratori. Nei prossimi due anni il progetto si svilupperà con l’installazione di un totale di 49 nuovi aerogeneratori in sostituzione dei 282 attuali, e comporterà un incremento della potenza totale di circa il 10%, con conseguente aumento della produzione di circa il 40%.

Possibili altri 19 GW al 2030, ma urge cambiare passo

Secondo alcune stime di Anev le potenzialità di crescita e di sviluppo dell’eolico sono ancora importanti: si parla di circa 19 GW per l’Italia al 2030, di cui ben il 12%, pari a 2,3 GW, si potrà sviluppare in Campania.

“Ad oggi il nostro Paes impiega mediamente circa sei anni per l’autorizzazione di un impianto da energia rinnovabile contro la media europea di due  – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – . Nel caso del primo parco eolico offshore del Mediterraneo, quello di Taranto, ci sono voluti addirittura 14 anni segnati da ritardi e ostracismi istituzionali. Dall’altro lato il nostro Paese continua ad investire sulle fonti fossili come dimostra l’accelerazione sui rigassificatori a Piombino e Ravenna con procedure autorizzative semplificate ridotte a sei mesi.

Con questa tappa della nostra campagna chiediamo al Governo Meloni un deciso cambio di rotta a favore delle rinnovabili. Le stime di crescita e sviluppo del comparto dell’eolico, a partire dal sud Italia e dalle isole, garantite dalla nascita di nuovi impianti sul territorio e da un “restyling” di quelli esistenti, che va semplificato al massimo”.

“Sono molti anni che chiediamo sempre le stesse cose: semplificazione dei processi autorizzativi, norme chiare e trasparenti, meccanismi di sostegno adeguati agli obiettivi nazionali. Infatti se da un lato abbiamo obiettivi settoriali importanti, – dichiara Simone Togni Presidente dell’Anev – dall’altro non vengono predisposti quegli strumenti minimi per raggiungerli. Bisogna definire criteri trasparenti da parte delle Soprintendenze, soddisfatti i quali sia certo l’ottenimento del parere positivo, oggi è troppo discrezionale il processo”.

“Inoltre, riprende Togni, è inconcepibile il motivo per il quale nel decreto aree idonee l’eolico viene penalizzato con una distanza minima di 3 km dalle aree sensibili contro i 500 mt del fotovoltaico. Questa distanza semplicemente non consente di raggiungere alcun obiettivo in quanto non rende idonee aree adeguate.”

Partita a fine maggio, la campagna delle due associazioni è un viaggio itinerante lungo la Penisola raccontata anche attraverso una mappa interattiva visualizzabile sul sito.

In occasione del XII congresso nazionale di Legambiente in programma l’1,2 e 3 dicembre a Roma all’Auditorium Massimo, verrà presentato il report finale della campagna.

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