Riduzione delle emissioni di metano, raggiunto l’accordo Ue

L’intesa di massima è arrivata nella notte. L’approvazione definitiva del parlamento e del Consiglio europeo non dovrebbe porre ostacoli.

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L’Ue ha raggiunto questa notte un accordo preliminare sulla sua prima norma in assoluto specificatamente indirizzata alla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico.

Le misure, approvate mercoledì alle 3 di mattina a Bruxelles dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo, obbligheranno gli operatori a rispettare standard minimi per ridurre il rilascio nell’aria del metano, un gas con un potenziale di riscaldamento dell’atmosfera oltre 80 volte superiore a quello della CO2 nel breve periodo.

“Il testo rappresenta un contributo cruciale all’azione per il clima… Ridurre le emissioni di metano ci aiuterà a raggiungere gli obiettivi climatici dell’Ue”, ha detto in una nota Teresa Ribera Rodríguez, ministro spagnolo per la Transizione ecologica, che ha rappresentato i 27 Paesi membri nei negoziati.

“L’Unione europea sta finalmente introducendo misure vincolanti per ridurre il metano”, ha dichiarato Jutta Paulus, deputata tedesca dei Verdi a Bruxelles, che ha negoziato l’accordo per conto del Parlamento europeo.

L’accordo provvisorio raggiunto oggi dai negoziatori sarà ora votato da entrambe le istituzioni, il cui assenso non dovrebbe registrare ostacoli.

Cosa prevede l’accordo sulle emissioni di metano

L’intesa introduce nuovi requisiti per i settori del petrolio, del gas e del carbone, che dovranno misurare, comunicare, e verificare le emissioni di metano. Gli operatori dovranno attuare anche misure di mitigazione per evitare le emissioni, tra cui l’individuazione e la riparazione delle perdite, nonché la limitazione dello sfiato (venting) e della combustione alla fonte (flaring) del metano.

Il documento propone inoltre strumenti di monitoraggio per garantire la trasparenza sulle emissioni di metano provenienti dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell’Ue.

Monitoraggio, relazioni e ispezioni

La legge richiederà alle aziende produttrici di combustibili fossili di iniziare a riportare i dati a livello generale di fonte entro i 18 mesi successivi all’entrata in vigore della legge. I dati dovrebbero poi diventare più specifici, in quanto le aziende dovranno misurare ogni sito individualmente entro i successivi due anni.

Entro quattro anni dall’entrata in vigore della legge, ogni singola fonte di metano nell’Ue, dalle miniere di carbone abbandonate ai pozzi di petrolio appena perforati, dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente.

Da parte loro, le autorità ispezioneranno periodicamente i siti per verificare la conformità degli operatori ai requisiti stabiliti dal regolamento.

La prima ispezione deve essere completata entro 21 mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento. Il periodo che intercorre tra un’ispezione e l’altra non deve superare i tre anni. Se viene rilevata una grave violazione dei requisiti del regolamento, l’ispezione successiva deve avvenire entro un anno.

Le miniere di carbone chiuse o abbandonate da oltre 70 anni non rientrano negli obblighi del regolamento. Anche quelle completamente allagate da più di 10 anni sono esentate.

Rilevamento e riparazione delle perdite

L’obiettivo delle indagini di rilevamento e riparazione delle perdite è quello di individuare le fonti di perdite di metano, comprese altre emissioni non intenzionali, e di riparare o sostituire i componenti necessari.

Entro 12 mesi, la Commissione dovrà specificare i limiti minimi di rilevamento a temperatura e pressione standard che fanno scattare l’obbligo di riparazione.

Da parte loro, i negoziatori si sono momentaneamente accordati su soglie di 17 grammi di metano all’ora per le perdite sottomarine, 5 grammi per quelle sotterranee e 1 grammo per quelle fuori terra.

Per quanto possibile, la riparazione o la sostituzione dei componenti dovrà avvenire immediatamente dopo il rilevamento di una perdita, o il più presto possibile per un primo tentativo, ma non oltre cinque giorni, mentre per una riparazione completa il limite è di 30 giorni. Le perdite al di sotto di una determinata soglia saranno monitorate attentamente.

Importazioni di greggio, gas e carbone

I negoziatori di Consiglio e Parlamento hanno concordato tre fasi di attuazione del regolamento relativamente alle importazioni.

La prima fase si concentrerà sulla raccolta dei dati e sulla creazione di uno strumento di monitoraggio globale delle emissioni di metano, nonché di un meccanismo di reazione rapida per le super-emissioni.

Nella seconda e terza fase, gli esportatori verso l’Ue dovranno applicare misure equivalenti di monitoraggio, comunicazione e verifica entro il 1° gennaio 2027 e valori massimi di intensità di metano entro il 2030.

Ciò significa che, entro la fine del decennio, agli importatori europei potrebbe essere vietato l’acquisto del gas, del petrolio e del carbone maggiormente caratterizzati da perdite di metano, anche se tale divieto si applicherebbe solo ai nuovi contratti.

L’applicazione delle restrizioni si affiderà alla volontà di farle rispettare dei diversi Stati membri, che avranno il potere di imporre sanzioni amministrative in caso di mancato rispetto di queste disposizioni.

Anche in questo ambito, la Commissione è stata autorizzata a fissare standard di intensità del metano importato entro tre anni dall’entrata in vigore della legge.

I produttori i cui combustibili fossili sono associati a un elevato livello di emissioni di metano non potranno più trattare con gli importatori dell’Ue o rinnovare i contratti esistenti. Agli importatori i cui contratti sono a lungo termine sarà chiesto di “fare del loro meglio” per convincere i propri fornitori ad accettare nuove clausole simili.

Pozzi temporaneamente tappati o permanentemente tappati e abbandonati

L’accordo provvisorio prevede che gli Stati membri mantengano e aggiornino regolarmente un inventario di tutti i pozzi.

La prova dell’assenza di emissioni di metano deve riguardare i pozzi permanentemente tappati e abbandonati da meno di 30 anni e, se possibile, gli altri pozzi.

I piani di mitigazione per il risanamento, la bonifica e la chiusura definitiva dei pozzi inattivi devono essere mantenuti e aggiornati regolarmente.

Accordo in tempo per la Cop28

A differenza della CO2, le emissioni di metano non sono attualmente né tracciate né contrastate in Europa. Ad esempio, il settore agricolo, che rappresenta il 53% delle emissioni di metano dell’Ue, non è coperto dal sistema ETS dei certificati di scambio delle emissioni.

In vista della conferenza mondiale sul clima Cop28, che inizierà il 30 novembre, però, l’Ue non voleva essere da meno rispetto soprattutto a Stati Uniti e Cina, che hanno già adottato i loro piani per ridurre le emissioni di metano.

Le insidie del metano

La tecnologie di misurazione esistenti incontrano difficoltà nel fornire una mappa completa e una granularità fine delle emissioni di metano.

Sebbene le emissioni su larga scala possano essere rilevate da satelliti, aerei, droni e telecamere ottiche, non esiste ancora una rete diffusa di apparecchiature a causa degli elevati costi di installazione. Inoltre, le perdite più piccole, molto comuni e causate in genere da valvole difettose o allentate, sono estremamente difficili da rilevare e misurare con le tecnologie attuali.

Il metano è anche altamente disperdibile: una molecola di questo gas può viaggiare dal Nord America all’Asia meridionale in meno di due settimane, aumentando l’accuratezza geografica e l’attribuzione delle misurazioni. 

La complessità della misurazione delle emissioni suggerisce che le perdite di metano siano di gran lunga superiori alle stime. Uno studio del 2022 della Royal Society of Chemistry britannica, per esempio, ha stimato che le emissioni effettive di metano del settore petrolifero e del gas del Regno Unito potrebbero essere cinque volte superiori alle stime attuali.

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