Via libera del Parlamento europeo alla nuova legge, la prima a livello Ue, per ridurre le emissioni di metano nel settore energetico al 2030.
Il provvedimento prevede regole più severe per monitorare, rilevare e riparare le fughe di metano da impianti e infrastrutture.
È la proposta di regolamento (link in basso) che ieri, martedì 9 maggio, è stata votata in plenaria a Strasburgo con 499 favorevoli, 73 contrari e 55 astensioni. Ora il testo è pronto per passare al vaglio dei negoziati tra Parlamento e Consiglio.
La proposta legislativa, spiega una nota del Parlamento Ue, comprende le emissioni dirette di metano provenienti dalle fonti fossili (gas, carbone, petrolio) oltre che dal biometano immesso nella rete del gas.
Gli eurodeputati puntano a estendere le nuove regole al settore petrolchimico; inoltre, chiedono alla Commissione di proporre, entro il 2025, un target vincolante per la riduzione delle emissioni di metano al 2030 in tutti i settori.
I singoli Stati membri dovranno stabilire obiettivi nazionali di riduzione nei rispettivi Piani integrati su energia e clima.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento, gli operatori dovranno presentare alle autorità nazionali competenti un programma di rilevamento e riparazione delle fuoriuscite di metano dalle infrastrutture energetiche, come gasdotti e siti di stoccaggio.
Le verifiche dovranno essere più frequenti (ogni 2 mesi) rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Inoltre, gli eurodeputati chiedono di rafforzare gli obblighi di riparazione: tutti i componenti con fuoriuscite di metano, secondo la proposta votata a Strasburgo, dovranno essere riparati o sostituiti subito dopo la rilevazione della perdita, o al massimo cinque giorni dopo.
Per quanto riguarda le emissioni di metano dalle miniere di carbone, il regolamento introduce il divieto di “venting” e “flaring” entro il 2025 nelle stazioni di drenaggio ed entro il 2027 nei pozzi di ventilazione (venting e flaring sono, rispettivamente, il rilascio intenzionale e controllato di gas e la combustione in torcia di gas).
Altro punto molto importante è la richiesta di estendere, dal 2026, i requisiti del regolamento Ue alle importazioni di gas, petrolio e carbone. In altre parole, gli importatori di combustibili fossili saranno obbligati a dimostrare che tali combustibili soddisfano le norme Ue sulle emissioni di metano. Le importazioni da Paesi con requisiti simili per le emissioni di metano saranno esenti dall’obbligo.
Il metano è un potente gas a effetto serra e un inquinante atmosferico, ed è responsabile di circa un terzo dell’attuale riscaldamento globale. Proviene da diversi settori, tra cui l’agricoltura, i rifiuti e l’energia, responsabili rispettivamente del 53%, 26% e 19% delle emissioni di metano a livello Ue.
Secondo il recente rapporto della Iea, il Global Methane Tracker 2023, le emissioni di metano del settore energetico sono rimaste elevate nel 2022, appena sotto al picco registrato nel 2019 e in lieva crescita rispetto al 2021, con 135 milioni di tonnellate complessivamente rilasciate in atmosfera lo scorso anno dalle industrie oil&gas, del carbone e delle bioenergie.
- Testo votato (pdf)