Puntare non solo sui veicoli elettrici ma anche sui carburanti alternativi (biometano e idrogeno) nel campo della mobilità, rafforzare le attività di ricerca e sviluppo per le energie rinnovabili.
Sono le principali richieste italiane per il prossimo vertice G7 su energia e ambiente, in programma il 26-27 maggio a Berlino nel quadro della presidenza tedesca annuale.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nella sua informativa al Parlamento (di ieri, martedì 24 maggio) sui temi che saranno discussi al G7, si è soffermato sui trasporti, confermando la posizione italiana più orientata alla neutralità tecnologica e a un passaggio più graduale verso i veicoli a zero emissioni inquinanti.
Cingolani ha spiegato che i Paesi G7 stanno discutendo un forte impegno a favorire la crescita dei veicoli elettrici con l’obiettivo di avere tutte le nuove auto e i furgoni a zero emissioni entro la prossima decade: “Abbiamo rimarcato l’impegno italiano a favorire una veloce decarbonizzazione del settore automobilistico, evidenziando tuttavia […] la necessità di identificare tempistiche diverse tra auto e furgoni, suggerendo rispettivamente il 2035 e il 2040“.
Questo approccio “consentirebbe di avviare una transizione ambiziosa ma giusta, tarata sulle specificità nazionali relativamente allo sviluppo delle necessarie infrastrutture, l’adattamento del sistema produttivo alle nuove tecnologie, il passaggio dalla produzione di componenti per motori a combustione interna alla produzione e gestione di attrezzature per propulsori a zero emissioni”.
La discussione rimane aperta, ha precisato il ministro, “ma mi aspetto che il testo finale sia molto vicino alle nostre posizioni; da parte italiana è stato richiesto di non far riferimento solo all’elettrificazione, ma anche a combustibili sostenibili come il biometano e tecnologie innovative come l’idrogeno”.
Per quanto riguarda le fonti pulite, Cingolani ha sottolineato che i Paesi del G7 “prevedono finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili per favorire il livello dell’investimento privato. Da parte italiana è stato manifestato convinto supporto all’accelerazione dello sviluppo delle rinnovabili e richiesto un maggiore focus nel comunicato finale sulla tematica della ricerca e sviluppo“.
Si è toccato anche il tema del supporto a petrolio, gas e carbone: “la Presidenza mira a riaffermare l’impegno a eliminare gradualmente i sussidi nazionali inefficienti per le fonti fossili entro il 2025. Tale impegno è in linea con quanto deliberato dal Cite, che prevede la graduale eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi nel periodo 2022-2025″.
Tra le proposte della Presidenza tedesca, quella di costituire un Club sul clima esteso ad altri Paesi del G20 e più in generale ai Paesi impegnati nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Questo Climate Club potrebbe essere sviluppato su tre pilastri:
- comune misurazione delle emissioni e allineamento del prezzo della CO2 prodotta da materiali e prodotti per garantire la comparabilità delle politiche climatiche, ricorrendo a strumenti come il Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam);
- progressiva trasformazione dei settori industriali attraverso strumenti comuni, come il Patto di azione per l’idrogeno (Hydrogen Action Pact);
- sviluppo di partnership internazionali per la decarbonizzazione del settore energetico nelle economie emergenti e nei paesi in via di sviluppo attraverso l’eliminazione del ricorso al carbone e la progressiva diffusione delle rinnovabili.
Questa iniziativa, secondo Cingolani, presenta però “alcune criticità sulla realizzabilità in tempi così ristretti […] tenendo conto delle diversità di approcci che esistono tutt’ora all’interno del G7 rispetto agli strumenti e alle politiche impiegate per ridurre le emissioni […]. Da parte di quasi tutti i membri del G7 è stata quindi mostrata disponibilità a discutere dell’iniziativa tedesca ma evitando di lanciarla nella sua interezza in occasione della prossima ministeriale”.
- Informativa Cingolani (pdf)