Nella Commissione Ue potrebbe presto esserci un vuoto da colmare in una delle posizioni chiave per le politiche sull’energia e il clima.
Frans Timmermans, vicepresidente dell’esecutivo europeo e commissario per il clima e il Green deal, ha annunciato all’emittente pubblica olandese NOS la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni politiche in Olanda, il 22 novembre.
Timmermans guiderebbe la coalizione dei socialisti con i verdi, con l’ambizione di diventare premier al posto del dimissionario Mark Rutte.
“Questa mattina [ieri, giovedì 20 luglio] ho detto ai partiti laburisti e della sinistra verde che mi piacerebbe essere un candidato per guidarli alle prossime elezioni”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea.
“Voglio diventare primo ministro – ha aggiunto – perché penso che possiamo fare politica in modo diverso rispetto agli ultimi anni, che possiamo creare una società più giusta, in cui il mercato serve le persone e non il contrario”.
Per il momento, Timmermans rimane al suo posto a Bruxelles perché la candidatura non è stata ancora resa ufficiale; la decisione dei partiti di confermarlo come loro candidato principale dovrebbe arrivare ad agosto.
Se poi Timmermans dovesse dimettersi, il governo olandese dovrebbe nominare un altro commissario della stessa nazionalità per sostituirlo. L’eventuale nuovo commissario rimarrebbe in carica per meno di un anno, perché a giugno 2024 ci saranno le elezioni europee e in seguito sarà nominata la nuova Commissione.
Timmermans, 62 anni, appartiene al partito laburista (PvdA) e ha una lunga carriera politica.
In particolare, da novembre 2014 è stato il primo vicepresidente della Commissione europea guidata da Claude Juncker, poi confermato in questo incarico dalla presidente Ursula von der Leyen nel 2019, che lo ha anche nominato commissario per il Clima e il Green Deal.
In Olanda, tra febbraio 2007 e febbraio 2010 è stato segretario di Stato per gli affari europei, poi ministro degli Affari esteri tra 2012 e 2014.
Timmermans è considerato a pieno titolo il “padre” delle principali misure europee per le energie pulite e la lotta contro il cambiamento climatico.
Ha sempre sostenuto con forza i provvedimenti più importanti e ambiziosi del pacchetto Fit for 55, tra cui ad esempio il regolamento sulle auto al 2035 che impone, di fatto, lo stop alla vendita di nuove auto con motori endotermici.
Ciò lo ha reso inviso ai partiti di destra, specialmente in questi ultimi mesi, in cui le opposizioni stanno preparando il terreno per le prossime elezioni europee.
Quindi è stato ampiamente criticato per le sue posizioni considerate troppo rigide. Da parte italiana, ad esempio, molti politici lo considerano un nemico del principio della “neutralità tecnologica” (si veda quanto successo ieri in commissione Itre al Parlamento Ue in tema di standard Euro 7 e biocarburanti).
Nei giorni scorsi, Timmermans, parlando al Consiglio Ue informale sull’energia in Spagna, aveva dichiarato che la Ue, alla prossima conferenza Onu sul clima (CoP 28 a Dubai a novembre), spingerà per uscire dai combustibili fossili “ben prima del 2050” e per triplicare le installazioni annuali di energie rinnovabili.