L’Ue vuole un’uscita globale dai combustibili fossili “ben prima del 2050”

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L'annuncio del vice presidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, in vista della CoP 28 a Dubai di novembre. Si punta anche a triplicare la potenza annuale installata di fonti rinnovabili.

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L’Europa spingerà per eliminare “ben prima del 2050” l’utilizzo di combustibili fossili.

Inoltre, bisogna triplicare le installazioni medie annuali di energie rinnovabili da qui al 2030 e raddoppiare il tasso annuale di miglioramento dell’efficienza energetica.

Sono gli obiettivi tracciati dal vice presidente della Commissione Ue e commissario per il Clima, Frans Timmermans, in vista della prossima conferenza globale sui cambiamenti climatici (CoP 28) che si aprirà il 30 novembre a Dubai.

Parlando al Consiglio Ue informale su Energia e ambiente che si è svolto la scorsa settimana a Valladolid, in Spagna, ha evidenziato che è assolutamente necessario convogliare gli investimenti mondiali “nella transizione energetica pulita”, anziché bloccarli “in elevati volumi di combustibili fossili”.

Il vice presidente della Commissione europea ha poi chiarito che uscire dalle fonti fossili prima del 2050, significa “eliminare gradualmente il carbone, ed eliminare le emissioni dal settore oil&gas e dai prodotti venduti dalle compagnie petrolifere e del gas”.

Timmermans ha anche precisato che l’uso di carburanti fossili cosiddetti “abated” (cioè con tecnologie volte ad abbattere le emissioni di gas-serra), dovrà essere “residuale”, confinato ai soli settori industriali in cui è più difficile ridurre direttamente le emissioni di CO2.

Inoltre, i settori coinvolti avranno l’onere della prova per dimostrare l’effettiva riduzione della CO2, e nel proporre strategie d’investimento credibili nelle tecnologie di abbattimento.

Con ogni probabilità, alla CoP 28 uno dei temi più controversi e difficili da negoziare sarà proprio il ruolo futuro dei sistemi per catturare le emissioni di anidride carbonica (CCS: Carbon Capture and Storage).

Le industrie oil&gas, infatti, premono per favorire una più ampia diffusione delle soluzioni CCS nell’ambito delle politiche per il clima, cercando così di “salvare” le attività tradizionali legate a carbone, petrolio e gas.

E molti governi pro-fossili sono su questa linea di pensiero, tra cui gli stessi Emirati Arabi che ospitano la conferenza Onu sul clima (si veda anche: Un petroliere presiederà la CoP 28 sul clima).

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, parlando allo stesso consiglio Ue informale, ha poi chiarito che l’obiettivo di triplicare le installazioni globali al 2030 proposto dall’Europa è un impegno “volontario, non vincolante”.

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