Stufe e caldaie a legna, pellet e cippato: il Conto Termico spinge le sostituzioni

Tra gli interventi dei privati sostenuti dall'incentivo, più della metà riguardano le biomasse legnose.

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Stufe e caldaie a legna, pellet o cippato fanno la parte del leone tra gli interventi dei privati incentivati con conto termico, mentre sono ancora marginali per quelli della PA.

Privati e imprese hanno infatti effettuato 75.758 interventi su generatori a biomasse a fronte di un totale di 135.526 interventi, mentre al secondo posto troviamo gli interventi sul solare termico 47.613.

Il dato emerge dall’aggiornamento del contatore del Conto Termico pubblicato dal GSE nei giorni scorsi: tra i privati dunque, l’installazione di apparecchi per il riscaldamento a biomasse dunque sembra subire meno la concorrenza delle detrazioni fiscali.

Gli interventi finanziati in conto Termico sulle biomasse legnose, ricordiamo, riguardano la sostituzione altri generatori a biomasse (o a gasolio, olio combustibile e carbone), con moderni generatori a legna o pellet più performanti, prevedendo una maggiorazione dell’incentivo, quanto migliori sono le performance emissive del nuovo generatore.

Si veda qui come calcolare l’incentivo e si dia un occhiata anche alla nostra rubrica e al nostro webinar sul Conto Termico.

“Il principale fattore di dinamicità – commenta Marino Berton, direttore generale di AIEL, l’associzione italiana per l’energia dal legno-  dipende dalla riqualificazione del parco installato. Grazie al Conto termico viene favorito il turn-over tecnologico”, spiega Berton, ricordando che l’incentivo, erogato in due anni “può arrivare a coprire fino al 65% della spesa per l’acquisto di un generatore ad alta efficienza e basse emissioni”.

Come abbiamo riportato con il nuovo Conto Termico dedicato alla promozione di interventi per l’efficienza energetica e rinnovabili termiche presso pubblica amministrazione e privati, dall’entrata in vigore il 31 maggio 2016, al 1 dicembre 2018 sono stati erogati complessivamente circa 454 milioni di euro, a fronte di un totale di 157.370 di richieste pervenute, con un aumento di 24 milioni di euro rispetto quanto registrato all’inizio del mese di novembre, grazie alle nuove richieste di incentivazione ammesse al meccanismo.

 I dati mostrano un trend di crescita, ma restano ancora consistenti le risorse non sfruttate. La spesa annua nel 2018 per la promozione di interventi realizzati da privati (che rappresentano il 69,2% del totale) ammonta a 146 milioni di euro a fronte di un limite di spesa su base annua di 700 milioni di euro.

Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione (il 30,3% degli interventi totali) si contano  circa 29 milioni di euro di spesa, ben al di sotto del limite di spesa su base annua, che ammonta a 200 milioni di euro annui.

Proprio per questo nell’incontro tra vertici GSE, MiSE e stampa di martedì scorso il ministero ha ventilato interventi sull’incentivo per la PA, mentre il GSE sta facendo un lavoro di formazione dei funzionari pubblici (si veda l’incontro di ieri al Comune di Milano).

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