Riscaldamento a Gpl e a biomasse: prezzi a confronto

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Quanto si può risparmiare con un impianto di riscaldamento a biomassa o a pompa di calore elettrica in sostituzione di altri sistemi alimentati con fonti fossili? Vediamo più nel dettaglio il confronto tra pellet/legna e Gpl.

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È tempo di decisione su possibili interventi di riqualificazione energetica e impiantistica di abitazioni e imprese, e non solo per le possibilità che si avranno con il superbonus, sconto in fattura e cessione del credito.

Ma, a prescindere dalle agevolazioni fiscali o da incentivi come il conto termico o i certificati bianchi, quanto si può risparmiare con un impianto di riscaldamento a biomassa o a pompa di calore elettrica in sostituzione di altri sistemi alimentati con fonti fossili?

Gli esempi da prendere in considerazione sono tanti e ogni caso fa storia a sé: differenti zone climatiche e superfici da riscaldare, stato dell’involucro dell’edificio, impianto di riscaldamento e tipologia e costi combustibile che si va a sostituire, costi della legna e del pellet, dell’energia elettrica, eccetera.

Qui prendiamo in considerazione il confronto tra combustibile a biomassa (legna, pellet, cippato) con il Gpl che sul mercato ha sue caratteristiche territoriali ed è influenzato nel prezzo anche dalla presenza o meno del metano.

Va poi considerato, ad esempio, che il prezzo del pellet (ma anche quello di gpl e gasolio) ha variazioni stagionali (più basso nel periodo da maggio a luglio, più caro verso agosto, si stabilizza durante l’inverno). In media una tonnellata di pellet può essere venduta a circa 320-360 euro: il consumatore pagherà dunque un sacco da 15 kg tra 4,8 e 5,5 euro (Iva inclusa).

I benefici economici di passare alle biomasse sono comunque legati al loro costo energetico inferiore (calcolato in chilowattora o MWh) rispetto ad altri combustibili (dunque, a parità di potere calorifico fornito).

Anche abitazioni particolarmente energivore, sostituendo ad esempio un generatore di calore a gasolio o gpl con uno a biomassa, possono avere dei tempi di ritorno dell’investimento molto interessanti, anche di soli 5-8 anni (si tratta comunque di un valore indicativo da verificare nello specifico con un tecnico). Poi vanno valutati i costi dell’impianto ma anche possibili incentivi (detrazioni fiscali, conto termico, certificati bianchi).

Tuttavia, come detto, mentre è più semplice il confronto con impianti alimentati a gasolio da riscaldamento, rilevare un prezzo del Gpl rappresentativo del territorio nazionale con i metodi utilizzati per gli altri combustibili fossili non è semplice.

Allo scopo di semplificare il calcolo per l’utente finale e facilitare il confronto con le principali alternative con il Gpl, AIEL propone un semplice tutorial. In questo caso il confronto è con impianti a biomassa.

Ecco come valutare il costo del Gpl:

Su queste basi si possono confrontare i costi del MWh (iva e tasse incluse) delle diverse opzioni. Come si vede, in media, l’uso del pellet consente di dimezzare i costi di energia primaria rispetto ad un impianto a Gpl. Ancora più vantaggioso è il confronto se viene utilizzata legna da ardere/cippato.

Se la sostituzione è con un impianto a gasolio da riscaldamento, secondo i dati AIEL, va considerato che questo è pari a circa 109 €/MWh (ma con emissioni di CO2 a parità di consumo energetico più elevato del Gpl). Molto ridotto è invece lo scarto tra biomasse (soprattutto pellet) e metano.

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