Quanto inquina in più il carbone se ci si mette anche il metano

Un’analisi di Sandbag su dati IEA evidenzia che le miniere di carbone sono una notevole fonte di emissioni, a causa delle fughe di metano.

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Il carbone è ancora più “sporco” di quanto si è calcolato finora, a causa delle emissioni cosiddette “fuggitive” di metano (methane leaks) dalle miniere, soprattutto quelle più profonde.

È un aspetto ancora poco noto per quanto riguarda il carbone: il problema delle fughe di metano, infatti, di solito è associato all’estrazione di gas e petrolio in particolare dai giacimenti non convenzionali negli scisti tramite il fracking (letteralmente, la “spaccatura” delle rocce che trattengono gli idrocarburi).

Ma nel World Energy Outlook pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) c’è un approfondimento sulle emissioni di metano dai siti in cui si estrae il carbone.

E lo studio è stato ripreso e riassunto da Dave Jones, un analista di Sandbag, un’organizzazione non-profit specializzata in analisi su energia e ambiente, basata a Londra e Bruxelles.

Ebbene, si legge nel suo intervento sul blog di Sandbag, dalle miniere di carbone operative in tutto il mondo, nel 2018, sono fuoriuscite 40 milioni di tonnellate di metano, che secondo la IEA corrispondono a circa 1.200 milioni di tonnellate di CO2, dal momento che il metano è un gas-serra molto più potente dell’anidride carbonica (il rapporto è di uno a tre: una tonnellata di metano equivale a circa tre tonnellate di CO2).

In sostanza, parliamo dello stesso livello di emissioni generato ogni anno dai trasporti aerei e navali.

Così lo studio chiarisce che l’impatto ambientale del carbone aumenta in modo considerevole, se si considera l’intero ciclo di produzione calcolando anche le emissioni indirette; queste ultime, per la maggior parte, sono costituite proprio dalle fughe di metano che interessano le attività upstream con cui si estrae il combustibile fossile.

In pratica, secondo le stime, in media bisogna aggiungere un 10% di emissioni di CO2 equivalente se si vuole comprendere l’impatto ambientale delle fughe di metano dalle miniere, rispetto alle sole emissioni dirette di CO2 che derivano dall’utilizzo del carbone per produrre energia.

Le emissioni complessive sono ancora più elevate (+34%) se l’analisi si concentra sulle miniere “peggiori”, quelle più grandi, profonde e inquinanti; il grafico sotto, tratto dal blog di Sandbag, riassume questi scenari.

Conviene precisare che la IEA ha calcolato l’impatto climatico del metano su un orizzonte temporale di cento anni ma la sua “potenza riscaldante” (warming potency nel testo) è ancora più forte, 30-85 volte superiore alla CO2, se misurata su un orizzonte ventennale.

Tuttavia, spiega l’analista di Sandbag riprendendo le valutazioni della IEA, è molto difficile ridurre/azzerare queste emissioni fuggitive di metano dalle miniere di carbone, perché non ci sono tecnologie a basso costo disponibili e finora i governi non hanno mai affrontato la questione.

In definitiva, l’unica soluzione sarebbe chiudere le miniere più inquinanti, nell’ambito di una strategia complessiva di uscita da questa fonte fossile.

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