I pozzi oil&gas americani emettono il triplo del metano che si pensava

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Il dato in un nuovo studio su Nature, basato sulle misurazioni aeree di diversi siti produttivi. Le analisi fanno riflettere anche sugli impatti climatici del Gnl importato in Europa dagli Stati Uniti, per rimpiazzare il gas russo.

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Il gas naturale ha un impatto ambientale ben superiore ai dati ufficiali, a causa delle perdite di metano associate alla sua estrazione e al suo trasporto, perdite che sono circa il triplo di quelle stimate dalle autorità.

Queste notizie arrivano dagli Stati Uniti e rappresentano un problema per la transizione energetica europea, che si è affidata in buona parte alle importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl), da Stati Uniti e altri Paesi, per sostituire il gas russo.

Parliamo di un nuovo studio basato su quasi un milione di misurazioni aeree, pubblicato su Nature e intitolato “US oil and gas system emissions from nearly one million aerial site measurements” (link in basso).

Le rilevazioni aeree hanno utilizzato gli spettrometri per rilevare le fughe di metano da pozzi, impianti e infrastrutture in sei regioni degli Stati Uniti, in cui si produce complessivamente il 52% circa del petrolio onshore e il 29% del gas americano (il limite di questa tecnica è che può rilevare solo le perdite maggiori di metano; le perdite minori sono state stimate tramite modelli empiricamente fondati).

I ricercatori hanno così scoperto che in media il 3% del gas estratto dai pozzi statunitensi finisce nell’atmosfera, tre volte più di quanto stimato dall’EPA (Environmental Protection Agency), l’Agenzia federale Usa per la protezione ambientale.

Le cause di tali perdite possono essere molteplici: guasti e rotture di gasdotti e depositi di stoccaggio, rilasci intenzionali tramite il flaring (combustione del metano indesiderato nei giacimenti fossili) e altro ancora.

Di recente, anche il Rocky Mountain Institute americano (RMI, organizzazione indipendente nel campo degli studi sulla transizione energetica), ha dedicato un approfondimento a questo tema, spiegando che il gas naturale americano comporta elevati rischi per il clima.

Ricordiamo che il metano è un gas serra circa 80 volte più potente della CO2 nel breve termine e quindi contribuisce in larga misura ad aumentare il surriscaldamento globale.

Analisi e osservazioni satellitari, scrive il Rocky Mountain Institute, hanno dimostrato che i tassi di perdita di metano dai giacimenti statunitensi variano ampiamente, dallo 0,6% al 66%.

Le opportunità per il metano di fuoriuscire nell’atmosfera, si spiega, aumentano ancora quando il gas è liquefatto, pompato nei serbatoi di stoccaggio delle navi cisterna e trasportato attraverso l’oceano, per poi essere rigassificato e nuovamente trasportato in gasdotti e depositi.

Tanto che a fine gennaio la Casa Bianca ha deciso una moratoria temporanea per le nuove licenze di esportazione di Gnl, in modo da consentire al Dipartimento dell’Energia (Doe) di aggiornare le analisi economiche e ambientali utilizzate per autorizzare i progetti.

Queste analisi, spiegava l’amministrazione Biden, sono ormai datate, in particolare per quanto riguarda le valutazioni sugli impatti ambientali dell’estrazione di gas.

Più in generale, secondo il Global Methane Tracker 2024 pubblicato dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), le emissioni globali di metano da usi energetici sono aumentate ancora nel 2023: quasi 120 milioni di tonnellate, di cui la maggior parte (49 Mt) deriva dalle estrazioni petrolifere.

Mentre carbone e gas sono stati responsabili, rispettivamente, di 40 e 29 milioni di tonnellate di metano emesse in atmosfera lo scorso anno. Le bioenergie hanno prodotto altre 10 Mt, principalmente per l’uso di biomassa tradizionale per cucinare.

La Iea poi evidenzia che 10 Paesi hanno emesso circa 80 milioni di tonnellate di metano da combustibili fossili nel 2023, due terzi del totale globale.

Gli Stati Uniti, in particolare, hanno generato la quantità maggiore di emissioni di metano associate alla produzione oil&gas, ben 13,3 Mt, seguiti dalla Russia con circa 11 Mt.

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