Parte il fondo Ue per modernizzare il sistema energetico nei paesi dell’est

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A disposizione 14 miliardi di euro dai proventi delle aste ETS. Dieci gli Stati membri interessati per investimenti in rinnovabili, efficienza, accumuli e potenziamento delle reti.

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La Commissione europea ha approvato le regole per il funzionamento del Modernisation Fund, il fondo per la modernizzazione (del sistema energetico) riservato a 10 paesi dell’est.

Sono coinvolti Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria e il fondo potrà favorire gli investimenti in fonti rinnovabili, efficienza energetica, sistemi di accumulo e potenziamento delle reti.

Senza dimenticare la transizione “equa” nelle regioni carbonifere: i finanziamenti, infatti, andranno anche ai progetti di riconversione industriale nei paesi che chiuderanno centrali a carbone/lignite per puntare invece sulle energie a zero emissioni.

Vale la pena ricordare che in quattro paesi dell’est, cioè Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria, ci sono oltre 50 GW di impianti a carbone non ancora coperti da politiche di phase-out orientate ad abbandonare questa fonte fossile.

Il fondo, spiega una nota di Bruxelles, distribuirà circa 14 miliardi di euro provenienti dalle vendite all’asta delle quote di CO2 nel mercato ETS (Emissions Trading Scheme) per il periodo 2021-2030.

Sarà operativo da gennaio 2021 e gli Stati membri beneficiari dei fondi dovranno lavorare a stretto contatto con la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Commissione Ue, puntando agli obiettivi stabiliti dal Green Deal: de-carbonizzazione del mix energetico e riduzione delle emissioni.

Ricordiamo che nei giorni scorsi la Commissione Ue ha lanciato il primo bando, da 1 miliardo di euro, che riguarda il nuovo fondo per l’innovazione (Innovation Fund, anch’esso finanziato dai proventi dell’ETS) volto a sostenere progetti nelle tecnologie a basso impatto ambientale.

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