L’industria eolica cinese si avvicina con decisione al mercato europeo

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L'azienda cinese Sany Renewables punta a realizzare in Europa una fabbrica di maxi turbine per 1 GW di capacità nel 2025, mentre i primi ordini per il mercato europeo sono in fase avanzata.

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L’industria eolica cinese guarda con crescente attenzione al mercato europeo.

Un altro segnale, di quella che sta diventando ormai una tendenza, è arrivato in questi giorni in occasione di Husum Wind, la fiera dedicata all’energia eolica in corso nella città di Husum, in Germania (fino a oggi, venerdì 15 settembre).

Sany Renewable Energy – parte del gruppo Sany, multinazionale cinese che produce macchinari pesanti – ha presentato la nuova piattaforma modulare “919” che consente di realizzare turbine tra 9,5 e 11 MW di potenza nominale, con diametro del rotore tra 214 metri e 230 metri.

Haijun Deng, manager della compagnia per il mercato europeo, ha dichiarato alla stampa specializzata presente all’evento che Sany punta a realizzare, possibilmente già il prossimo anno, una fabbrica di turbine in Europa, con una capacità produttiva annuale da 1 GW.

La Germania è in cima alla lista dei paesi in cui costruire il nuovo stabilimento, con Spagna e Turchia come possibili alternative.

Il primo ordine di turbine in Europa non è stato ancora annunciato, riferisce poi il sito web Energy Watch, ma si parla di avanzate trattative contrattuali con un cliente, per installare due turbine da 10 MW in Germania all’inizio del 2025. Sany intanto è entrata nella classifica dei primi cinque produttori di turbine in Cina, con ordini superiori a 8 GW nel primo semestre 2023.

Ora l’azienda, come altre del settore in Cina, punta a espandere le sue attività verso altri mercati, in particolare verso l’Europa, cercando di entrare nella lista dei fornitori di turbine per i progetti nel nostro continente.

Intanto, nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2023 a Strasburgo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato un nuovo pacchetto di misure per sostenere l’industria eolica europea, che da qualche tempo manda segnali di difficoltà (L’eolico europeo nella morsa cinese, ma stavolta la colpa è della politica).

Rincari delle materie prime, aumento dei costi, inflazione, lentezza delle autorizzazioni, sono i problemi che stanno affliggendo il settore eolico Ue, un contesto che ha spinto Bruxelles a intervenire con un nuovo sostegno. Perché il rischio, senza una risposta adeguata a livello Ue, è che i produttori cinesi di turbine finiscano per conquistare sempre più ampi spazi di mercato.

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