Come ogni sabato da tre settimane a questa parte facciamo il punto sull’andamento dei consumi elettrici del paese (qui i dati riportati lo scorso 4 aprile). Si è arrestata la discesa della domanda, sebbene cresca ancora il divario percentuale con lo stesso periodo del 2019.
La settimana appena trascorsa (da sabato 4 a venerdì 10 aprile) ha fatto registrare rispetto alla settimana precedente (da sabato 28 a venerdì 3 aprile) un leggerissimo incremento dei consumi elettrici: +0,2% (+1,8% nell’area Nord Italia).
Tuttavia, i consumi elettrici si mantengono molto bassi rispetti al normale trend. Infatti, dalle nostre elaborazioni, basate sui dati di Terna, nel periodo che va da mercoledì 11 marzo a ieri, venerdì 10 aprile, i consumi di energia elettrica nazionali si sono ridotti del 18,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.
La nostra analisi parte dall’11 marzo 2020 poiché solo dal giorno successivo si è iniziato a registrare un brusco calo della domanda elettrica in concomitanza con le prime forti restrizioni di molte attività economiche del paese.
In questo lasso di tempo di 31 giorni (11 marzo – 10 aprile) sia per il 2020 che per il 2019, ci sono 4 weekend e 23 giorni feriali, pertanto il dato tra le due annate è abbastanza equiparabile.
La domanda elettrica dall’11 marzo al 10 aprile 2020
Come detto in questi 31 giorni di parziale lockdown del paese la richiesta elettrica è diminuita del 18,2% sullo stesso periodo dell’anno scorso: circa 21,8 TWh contro 26,7 TWh, con una differenza di quasi 4,9 TWh di minor consumo.
Nell’ultima settimana (4-10 aprile) il calo dei consumi è stato pari al 22,8% sullo stesso periodo del 2019. In termini assoluti, nella scorsa settimana il paese ha richiesto quasi 1,4 TWh in meno rispetto al 2019.
Per tutta l’area Nord (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna), il divario con i consumi elettrici del 2019 continua ad essere maggiore rispetto al dato nazionale: 11,8 TWh contro 15,4 TWh, cioè 3,5 TWh in meno consumati con un gap di -23%. Dopo 31 giorni dall’inizio della nostra analisi vediamo che circa il 72% del calo della domanda nazionale è nel Nord.
Nell’ultima settimana (4-10 aprile) il calo dei consumi nell’area Nord è stato pari al 27,8% sullo stesso periodo del 2019 (stessa percentuale della scorsa settimana in confronto al 2019).
Generazione termoelettrica e rinnovabile (dall’11 marzo al 4 aprile)
La generazione termoelettrica, dopo aver scorporato la voce della produzione da termoelettrico dalla produzione di bioenergie e dall’autoconsumo, ci risulta in calo del 32,4% sullo stesso periodo 2019. In 31 giorni l’apporto del termoelettrico è sceso di circa 4,1 TWh (da notare che per l’intero periodo considerato la minor richiesta elettrica del paese è stata di 4,9 TWh).
Se invece includiamo anche l’autoconsumo da termoelettrico, la diminuzione percentuale della produzione elettrica da fonti fossili è del 25%.
Nello periodo di tempo considerato la generazione da fonti rinnovabili elettriche cala del 2,1% sul 2019 (circa 190 GWh in meno), recuperando un po’ rispetto alle scorse settimane
Sempre evidente il calo dell’eolico: -37,1%, con oltre 807 GWh in meno rispetto al periodo 11 marzo-10 aprile 2019. Un dato esageratamente basso anche in confronto allo stesso periodo del 2018, quando la produzione da eolico fu di 860 GWh in più (e solo+52 GWh sullo stesso periodo 2019). Ciò farebbe pensare che molta della produzione (intermittente) da fonte eolica sia stata arrestata o perduta a causa della scarsa domanda, anche per fare spazio al termolettrico.
Questa settimana il divario della produzione da fotovoltaico diventa positivo per il periodo 2020: +8,8%, per circa 206 GWh in più generati rispetto al 2019. Eolico e FV in questo periodo di 31 giorni danno al sistema elettrico circa 600 GWh in meno rispetto al 2019.
Più elevata del 17,8% che nel 2019 è la produzione da idroelettrico: 422 GWh in più.
Cresce del 3% nel 2020 la geotermia e diminuisce dell’1,7% la generazione elettrica da biomasse.
Al solito rileviamo, in questo lasso di tempo “di lockdown”, la nuova quota di copertura del fabbisogno elettrico delle fonti rinnovabili rispetto ad un anno fa: cresce ancora e arriva al 40% contro il 33,4% dello stesso periodo 2019.
In termini di produzione elettrica nazionale il contributo delle energie rinnovabili è del 44,8% contro il 38,4% del 2019.
I dati rilevati non prendono in considerazione gli aggiustamenti connessi alle condizioni meteo tra i due periodi considerati.