In calo il consumo di gas in Italia nel primo semestre 2018: -1,6%

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In attesa dei dati ufficiali di luglio, che confermano la forte discesa dei consumi di gas naturale in Italia a giugno, notiamo come in concomitanza della crescita delle rinnovabili (idroelettrico, in particolare) la domanda di gas scenda. Stabile l'import, soprattutto quello dalla Russia.

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I consumi di gas naturale in Italia nel primo semestre del 2018 sono stati di 38,8 miliardi di metri cubi, con una diminuzione dell’1,6% rispetto allo stesso periodo 2017, anno in cui i consumi sono tornati al livello del 2012 (circa 75 mld mc), ma molto al di sotto del record del 2005 (86 mld di mc).

Da registrare il notevole calo dei consumi a giugno: -9,2% sullo stesso mese 2017. Una diminuzione dovuta al calo dell’uso di gas per il termoelettrico (e al contempo una forte crescita dell’idroelettrico) e di quello utilizzato a scopi industriali (vedi tabella a cura del MiSE-DGSAIE).

Questo trend si è poi accentuato nel mese di luglio: -3% circa rispetto allo stesso mese del 2017. In questo caso, attendiamo comunque i dati ufficiali. Un dato che comunque dovrebbe portare il consumo su base annuale a -2% in confronto ad un anno fa.

Tornando al periodo gennaio-giugno 2018 le importazioni di gas sono rimaste sostanzialmente stabili (35 mld di mc). In leggerissima crescita la produzione nazionale che comunque si attesta solamente al 7% dei consumi del paese e ha una tendenza in chiara discesa (vedi anche QualEnergia.it).

Nel primo semestre 2018 la principale fonte di importazione resta la Russia con 15,8 mld di mc, da cui è arrivato quasi il 45% di tutto il gas estero.

In calo dell’8% l’import dall’Algeria, il nostro secondo fornitore, con 9,3 mld di mc.

In aumento sul primo semestre 2017 l’import dal Nord Europa (+19,7%). Ancora in discesa il volume di gas che proviene dalla Libia.

In diminuzione (-290 milioni di mc) il gas importato dai terminal GNL.

Rispetto all’anno record dei consumi di gas naturale (il 2005), facendo riferimento ai primi sei mesi dell’anno, il divario rispetto ad oggi è di 6,6 miliardi di metri cubi.

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