Segnali contrastanti nell’aumento dei consumi di gas in Italia

I consumi di gas nel 2017 sono stati 75,1 mld di m3: +6% sul 2016, Continua ad aumentare la domanda del termoelettrico: dal 2014 è salita del 42,7%. Cresce la richiesta dall'industria. Quella del settore civile resta da anni intorno al 40%, un segnale che poco è stato fatto per l'efficienza in edilizia.

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I consumi di gas naturale in Italia nel 2017  sono stati di 75,1 miliardi di metri cubi, che significa una crescita del 6% rispetto al 2016, così come avevano stimato un mese fa.

Vale la pena sottolineare che è il terzo anno consecutivo in cui si registra un aumento della domanda di gas naturale nel nostro paese: rispetto al 2014 la crescita dei consumi risulta del 21,4% e più avanti evidenzieremo i motivi di questo incremento.

Nella tabella qui sotto (fonte: MiSE-DGSAIE), il consumo di dicembre 2017 e dell’anno scorso, rapportato al 2016.

Le importazioni: il 43% dalla Russia

Nel 2017 le importazione di gas, pari a 69,6 mld di m3, sono in aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente.

Il principale fornitore di gas rimane la Russia con 30,8 mld di m3, da cui è arrivato oltre il 43% di tutto il gas estero.

Stabile l’import dall’Algeria, che è il nostro secondo fornitore, con il 27% del totale. In aumento sul 2016 anche le importazioni dal Nord Europa (+8,2%), dopo il netto calo dello scorso anno (-37% sul 2015). Anche nel 2017 in leggera discesa è il volume che proviene dalla Libia, vista la crisi in cui versa il paese.

In crescita il gas importato dai terminal GNL, favoriti dal servizio di peak shaving e da quello integrato di rigassificazione/stoccaggio, anche se il loro potenziale è sicuramente molto maggiore.

Dunque, i consumi di gas naturale tornano all’incirca a quelli dell’anno 2012. Tuttavia tispetto all’anno record, il 2005, come dimostrano la tabella e il grafico seguenti, il divario è ancora rilevante: -11,1 mld di m3.

La produzione nazionale continua la sua discesa: -4,3% sul 2016 e in pratica si dimezza dal 2006; oggi ha una quota di poco superiore al 6% sui consumi nazionali.

In aumento le erogazioni dai sistemi di stoccaggio, pari a 11,2 mld di m3, che costituiscono il 13% del totale del gas immesso in rete (vedi grafico da fonte Snam Rete Gas).

 

Consumi per settore: il 33,8% per il termolettrico

La crescita dei consumi nel 2017 è dipesa soprattutto dalla richiesta del settore termoelettrico che è stata pari a 25,4 mld di m3, in aumento di oltre 2 mld sull’anno precedente. Per questo comparto si ritorna così sui livelli del 2012.

Questo aumento è strettamente legato all’incremento della domanda di elettricità, pari al 2% rispetto al 2016 (vedi nostra elaborazione su dati Terna), e alla diminuzione della produzione da fonti rinnovabili (-3,5 TWh sul 2016), in particolare di quella idroelettrica.

Da notare che in confronto al 2014 l’aumento della domanda di gas da parte delle centrali termoelettriche è stata addirittura del 42,7%, cioè pari a 7,6 mld di mc.

Si può affermare quindi che proprio dal 2014 ci sono due fattori che spiegano questa notevole crescita: un aumento della domanda elettrica del 3% nel periodo 2014-2017, ma soprattutto un forte calo della produzione di tutte le rinnovabili, che hanno generato 16,2 TWh in meno, a causa del crollo della produzione idroelettrica, non compensato dall’incremento di quella da eolico e fotovoltaico.

Al tempo stesso notiamo come il termoelettrico dai circa 150 TWh generati nel 2014 passi a 181,7 TWh dello scorso anno.

Per quanto riguarda i consumi di gas nel settore industriale si registra una crescita del 7,2% rispetto al 2016: con 14,3 mld di m3 di gas si è raggiunto il massimo della richiesta nel comparto degli ultimi nove anni.

Nel settore civile (residenziale e terziario) il consumo è stato pari a 32,6 mld di m3, con un incremento del 3,5%, essenzialmente dovuto agli elevati consumi che si sono avuti nel gennaio 2017 per via del gelo che ha colpito la penisola.

In risalita i prezzi del gas

Secondo i dati forniti dal ,la quotazione del gas al Punto di Scambio Virtuale nazionale (PSV) inverte il trend ribassista degli ultimi anni, salendo a 19,96 €/MWh e segnando un aumento di 4,11 €/MWh rispetto al livello minimo dell’anno precedente (+26%).

In un contesto europeo in cui anche le quotazioni dei principali hub seguono dinamiche rialziste, quella italiana si mostra ancora la più alta, riducendo rispetto al 2016 il differenziale con il prezzo al TTF a 2,63 €/MWh.

Il TTF (Title Transfer Facility) è il punto di scambio virtuale della rete di distribuzione del gas olandese, assimilabile ad una borsa di scambio dedicata esclusivamente al gas, dove vi si stabilisce ora per ora il prezzo sulla base delle contrattazioni che vi si svolgono (usato come riferimento per determinare il costo del gas anche fuori dal territorio olandese).

Segnali contrastanti

In conclusione, possiamo dire che il graduale aumento della domanda di gas naturale in Italia, se da una parte è un indicatore della ripresa produttiva in atto, dopo una profonda crisi durata diversi anni, dall’altra ci consegna un segnale sconfortante: i consumi per il settore civile restano ancorati intorno al 40% del totale ormai da alcuni anni.

Ciò dimostra, ancora una volta, che pochissimo si sta facendo per ridurre concretamente i consumi di riscaldamento per abitazioni residenziali, edifici pubblici e commerciali e che le politiche messe in moto in questi anni non stanno dando i loro frutti.

Sarebbe interessante analizzare quanto e se cambierebbe questo scenario dei consumi del gas con una spinta più decisa nell’elettrificazione dei consumi e con le rinnovabili elettriche ferme al palo, anzi in arretramento.

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