Nessuna dichiarazione finale, solo vari documenti che riassumono le discussioni sui singoli temi: il G7 di Halifax su Energia e Ambiente, cui hanno partecipato i rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia (presente il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Davide Crippa), ha appena chiuso i battenti un po’ in sordina, forse per evitare che si ripetesse quanto accaduto un anno fa nel vertice di Roma.
In quell’occasione, infatti, ci fu lo “strappo” del presidente Usa, Donald Trump, che aveva deciso di ridurre l’impegno americano nella lotta contro i cambiamenti climatici (vedi QualEnergia.it).
Così nel G7 organizzato dalla presidenza di turno canadese, il dibattito ha ruotato intorno al tema di “costruire i sistemi energetici del futuro” (Building the Energy Systems of Tomorrow), puntando alla sicurezza degli approvvigionamenti e anche alla sostenibilità ambientale.
“La maggior parte dei Paesi”, si legge in una nota ufficiale (evidente, quindi, l’esclusione degli Stati Uniti; traduzione nostra dall’inglese), “ha confermato il suo forte impegno per implementare gli accordi di Parigi in modo da limitare l’incremento delle temperature medie globali ben sotto 2 gradi centigradi, rispetto all’età preindustriale […]”.
Così come la maggior parte dei Paesi ha confermato l’impegno di accelerare la de-carbonizzazione del settore energetico.
I rappresentanti delle sette maggiori economie mondiali, inoltre, hanno riconosciuto l’importanza di continuare a investire nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, grazie anche ai costi in diminuzione delle risorse “verdi”, compreso l’eolico offshore.
Allo stesso tempo (qui invece è chiara l’influenza soprattutto francese), i membri del G7 hanno riaffermato che il nucleare contribuisce alla stabilità delle forniture energetiche, come fonte a zero emissioni di carbonio complementare alle tecnologie rinnovabili.
Poi hanno discusso il possibile ruolo futuro degli impianti per catturare l’anidride carbonica (CCS, Carbon Capture and Storage).
Un punto importante, ma bisognerà vedere se alle dichiarazioni seguiranno misure concrete che finora non si sono mai viste, è che i Paesi intervenuti al vertice sostengono di voler eliminare i sussidi inefficienti ai combustibili fossili, incoraggiando tutti paesi a fare altrettanto entro il 2025.
Nel vertice sull’energia i rappresentanti hanno anche discusso di reti elettriche intelligenti e digitalizzate, cyber-sicurezza, sistemi per l’accumulo energetico.
“Lo sviluppo di misure di demand-side response (DSR, gestione dei consumi energetici sul lato della domanda, N.d.R.) e di stoccaggio energetico – ha dichiarato il sottosegretario italiano del MiSE con delega all’Energia Davide Crippa al termine dell’incontro, citato dall’agenzia Ansa – è sempre più decisivo per garantire la flessibilità necessaria a integrare una quota crescente di energia da fonti rinnovabili”.
Secondo Crippa, inoltre, bisogna “ridurre le barriere tecniche ancora esistenti e definire un quadro normativo abilitante, anche in ragione del ruolo crescente della generazione distribuita e di soggetti innovativi come le comunità energetiche”.