Gas russo: import Ue crollato anche se si acquista più Gnl da Mosca

  • 1 Settembre 2023

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L'Europa ha importato il 40% in più di Gnl dalla Russia nei primi sette mesi del 2023, in confronto a due anni prima, ma il crollo dell'export di metano via tubo proveniente da Mosca è notevolissimo.

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L’Europa sta importando molto più gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Russia rispetto a prima del conflitto in Ucraina, il 40% in più.

Un dato, calcolato dall’organizzazione non governativa Global Witness, che è stato ripreso dalla stampa internazionale e ha rilanciato alcune critiche alla politica energetica europea, che continuerebbe così a finanziare la guerra di Putin, acquistando combustibili fossili da Mosca.

In realtà, le importazioni Ue di gas naturale dalla Russia sono crollate nel loro complesso, perché gli acquisti di gas russo via tubo in Europa sono precipitati così come i relativi guadagni di Mosca.

Solo per fare un esempio, in Italia l’import di metano dalla Russia è sceso dell’85% nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo 2021.

Secondo le analisi di Global Witness, basate su dati Kpler e Crea, i Paesi Ue hanno acquistato 22 milioni di metri cubi di Gnl russo da gennaio a luglio 2023, che corrispondono a circa 13,5 miliardi di metri cubi di gas naturale. È un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo di due anni fa.

L’Europa ha quindi assorbito oltre metà (52%) delle esportazioni russe di Gnl nei primi sette mesi del 2023, tredici punti percentuali in più in confronto al 2021 (39%).

Dalla Russia così è arrivato il 16% del Gnl complessivamente importato dalla Ue nel periodo considerato: ora Mosca è il secondo fornitore mondiale di Gnl al mercato Ue, dietro agli Stati Uniti.

Si stima che la Ue pagherà a Mosca quasi 5,3 miliardi di euro in tutto il 2023 per i suoi acquisti di Gnl.

La Spagna è diventata il secondo acquirente mondiale di Gnl russo, seguita dal Belgio, con quote rispettivamente del 18% e 17% delle vendite complessive della Russia. Al primo posto c’è la Cina con il 20%.

“Mentre i paesi europei denunciano la guerra, mettono soldi nelle tasche di Putin. Questi paesi dovrebbero allineare le loro azioni alle loro parole vietando il commercio del Gnl russo che sta alimentando sia la guerra che la crisi climatica”, ha commentato Jonathan Noronha-Gant di Global Witness.

A differenza di carbone e petrolio via mare, le importazioni di gas russo non sono state colpite dalle sanzioni Ue.

Tuttavia, ricorda l’agenzia Euractiv, i Paesi Ue lo scorso marzo hanno deciso di valutare opzioni legali per impedire alle aziende russe di inviare Gnl ai mercati europei.

Questa proposta rientra nella posizione negoziale del Consiglio Ue sulle nuove regole per il mercato del gas, che dovrà essere discussa con il Parlamento, in un processo che potrebbe durare parecchi mesi.

Il contesto: export di gas russo

Prima della guerra in Ucraina, in Europa arrivavano circa 140-150 miliardi di metri cubi/anno di gas via tubo da Mosca, più 15 mld di metri cubi di Gnl russo (dato 2021). Le importazioni Ue totali di quest’ultimo dovrebbero attestarsi tra 25-30 miliardi di mc nel 2023.

Per l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), il +40% di import di Gnl russo in Europa è infatti “un dato preoccupante, ma da contestualizzare”.

Da gennaio a luglio 2023, le entrate tramite gasdotti sono “crollate vertiginosamente, portando a un calo totale del 75% delle importazioni di gas russo. Segno che l’Ue sta riuscendo, seppur a fatica, nell’intento di raggiungere l’indipendenza energetica da Mosca”.

Il grafico sotto riassume questo quadro.

Più in generale, scrive l’analista di Ispi, Matteo Villa su X (ex twitter), le vendite mondiali di gas russo sono scese repentinamente, segnando un -40% in volume rispetto al 2019 in base alle proiezioni riassunte nel prossimo grafico.

La Cina, “che doveva essere il nuovo mercato di sbocco in aggiunta all’Europa, adesso è l’unico (piccolo) salvagente per attutire il tracollo”, afferma Villa.

Il risultato è che Mosca nei primi otto mesi del 2023 ha incassato 19 miliardi di euro dalla vendita di gas, contro 72 miliardi nello stesso periodo del 2022 (-74%).

In Italia, nel primo semestre 2023, la domanda totale di gas è diminuita del 16,5% in confronto a gennaio-giugno 2022 con oltre 6 miliardi di metri cubi in meno.

In particolare, spicca la fortissima riduzione dell’import di gas russo, crollato dell’85% dai 14,6 miliardi di mc nel primo semestre 2021 a 2,2 miliardi di mc quest’anno. Stiamo quindi parlando di ben 12,4 miliardi di mc in meno.

Il gas russo che è passato per il valico di Tarvisio nei primi sei mesi del 2023, è stato pari ad appena il 6,7% della domanda italiana; per dare un’idea di come siano cambiate le cose, il gas di Putin costituiva il 40% dei consumi nazionali nel 2021.

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