Consumi gas, in Italia 6,4 miliardi di mc in meno nel primo semestre

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A gennaio-giugno la domanda di metano cala del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Dai rigassificatori un quarto della richiesta nazionale. In due anni crollo dell’85% del gas russo.

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Come di consueto facciamo il punto trimestrale sui consumi di gas in Italia in base ai dati del dipartimento Energia del Mase (DGIS).

Nel primo semestre 2023 la domanda di metano nel nostro paese è diminuita del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, per un totale di circa 6,4 miliardi di metri cubi in meno. Anche le importazioni si sono ridotte (-13,8%).

La tendenza ai minori consumi di gas dell’Italia è evidente anche dal calo rispetto al primo semestre 2021: -7,2 mld mc (-18,2%).

Nella tabella un quadro dei consumi e dell’import di metano, per gennaio-giugno 2023.

In questi ultimi due anni, il dato che più risalta è la fortissima riduzione dell’import di gas russo, passato da 14,6 mld mc nel primo semestre 2021 a 2,2 mld mc nello stesso periodo del 2023, per un decremento dell’85%.

Come detto, nel primo semestre 2023 anche le importazioni di gas naturale nel loro complesso sono diminuite (-5,2 mld mc).

Vediamo nel dettaglio da dove sta arrivando il gas che stiamo consumando.

Le importazioni dalla Russia crollano di un altro 76,5% rispetto a un anno fa. In questo scorcio di anno, il gas russo che è passato per il valico di Tarvisio è stato pari ad appena il 6,7% della domanda nazionale. Per dare un dato che spiega lo stravolgimento in atto, ricordiamo che in tutto il 2021 il gas importato dalla Russia era pari al 40,3% della richiesta nazionale.

Il primo fornitore, quindi, si conferma l’Algeria, anche se il contributo dal paese nord-africano non decolla, come aveva annunciato il nostro governo; anzi, è in leggero calo rispetto al primo semestre 2022 (-1,3%) e oggi rappresenta circa il 35% dell’import e della domanda.

In aumento del 14,2% il gas proveniente dal Nord Europa (circa +540 milioni di mc): questo quantitativo copre il 13,2% della domanda italiana.

Piccolo aumento dell’importazione di gas dalla Libia, che comunque fornisce un contributo marginale: appena 1,3 mld mc in questi primi sei mesi dell’anno, cioè il 4,2% della richiesta italiana.

Dopo gli incrementi di fornitura degli ultimi due anni, si stabilizza il gas naturale che arriva tramite il gasdotto Tap: scende poco sotto i 5 mld di mc in questo semestre (-2,4% sullo stesso periodo 2022). Finora il metano arrivato dall’Azerbaijan costituisce poco più del 15% della domanda.

Il gas importato dai terminali GNL è stato pari a 8,2 mld mc, con un incremento del 21,7% sul periodo gennaio-giugno 2022: quasi +1,5 mld di mc. Anche con un primo piccolo contributo del rigassificatore di Piombino (vedi foto), dalle navi gasiere è arrivato un quarto di quanto ha consumato l’Italia nei primi sei mesi (il 25,4%). Rispetto a due anni fa (primo semestre 2021) l’incremento è comunque di appena 2,6 mld mc.

La produzione nazionale è sempre in calo (-8,2% su 2022) ed è finora pari al 4,6% della domanda.

In calo le esportazioni di gas dall’Italia (circa 1,2 mld mc). Le scorte in questo periodo dell’anno non sono state intaccate più di tanto e gli stoccaggi a metà luglio erano quasi a 15 mld mc, cioè circa all’85% del totale.

Una situazione che potrebbe sembrare tranquilla in termini di sicurezza energetica, anche alla luce del significativo calo della produzione termoelettrica (circa -16,6% rispetto al primo semestre 2022), del calo della produzione industriale (-3,7%, dati di maggio) e dei più bassi prezzi della commodity, oggi intorno ai 30 €/MWh sulla borsa di Amsterdam (era a 198 € esattamente un anno fa).

Ma molto dipenderà dall’evoluzione del mercato, dalle forniture estere (GNL incluso) e dall’andamento delle temperature del prossimo inverno. Ma questi dati già dimostrano che i consumi di gas naturale registrano ormai un chiaro trend in discesa.

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