Il punto di sorpasso tra gli investimenti in energie rinnovabili come il solare e l’eolico e quelli nel petrolio e nel gas è vicino.
Con un’impennata del 50% dal 2020 al 2023, i primi raggiungeranno i 760 miliardi di dollari entro il 2025, mentre oltre questo punto si prevede che i secondi diminuiranno sensibilmente verso il 2030, dopo una svolta nel 2023 a circa 700 miliardi di dollari.
Le stime, contenute nel report “Global Energy Scenarios 2023” pubblicato da Rystad Energy (link in basso), suggeriscono quindi l’imminenza di una inversione di rotta fondamentale. È inoltre probabile – sostengono gli analisti – che la fornitura di energia primaria raggiunga presto il picco intorno ai 175mila TWh per poi andare a diminuire.
Va ricordato poi che dei quasi 140mila TWh di energia primaria da combustibili fossili generata oggi, solo la metà viene utilizzata dall’utente finale, mentre il resto si disperde in calore nell’ambiente.
Un calo della domanda di combustibili fossili porterebbe peraltro a una sostanziale riduzione del loro trasporto che quasi sempre richiedono importanti movimentazioni dai siti di estrazione fino agli impianti di lavorazione e agli utenti finali.
Un trasporto che viene generalmente effettuato tramite navi, camion o oleodotti, contribuendo in modo significativo all’inquinamento atmosferico. Rystad stima una riduzione delle tonnellate chilometriche globali del 45% entro metà secolo, che farà calare quindi anche le emissioni associate ai trasporti e comporterà un importante cambiamento nelle infrastrutture energetiche globali e nei modelli di consumo (grafico qui sotto).
L’industria del fossile avrebbe il tempo contato anche per quanto riguarda le emissioni globali di anidride carbonica, visto che il picco è previsto intorno al 2027. In merito ai settori più difficili da abbattere, come la produzione di acciaio, il report suggerisce che l’attività degli altiforni debba essere parzialmente eliminata e adattata alle capacità CCUS (Carbon Capture, Utilisation and Storage).
Un ruolo di primo piano spetta anche alle tecnologie dell’acciaio che utilizzano l’idrogeno come agente riducente: nel 2050, circa il 18% di tutto l’acciaio a livello globale sarà prodotto utilizzando idrogeno in forni elettrici ad arco, che consumano meno energia di quelli tradizionali. Alimentandoli tramite rinnovabili si potrebbe avere acciaio totalmente green se prodotto con rottami e ridotto attraverso l’H2.
Mentre il mondo farà gradualmente sempre meno ricorso alle fonti fossili, la rivoluzione rinnovabile sarà guidata dal fotovoltaico.
La potenza delle installazioni solari è ora superiore a 1.200 GW, 1,7 volte più alta rispetto allo scorso anno: una crescita caratterizzata, affermano gli analisti, da un aumento esponenziale della capacità produttiva, con il costo unitario che continua a diminuire man mano che la potenza raddoppia.
Il report menziona progetti imponenti come quello di Al Dahfra, un impianto da 2 GW a circa 30 chilometri a Sud della città di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, che offre energia al prezzo di 13 $/MWh, oppure il parco solare Mohammed bin Rashid Al Maktoum, che fissa il prezzo dei suoi 1,8 GW a16 $/MWh.
Da ultimo, l’analisi Rystad si concentra sulla mobilità sostenibile soffermandosi sulle vendite di veicoli elettrici: quest’anno hanno rappresentato il 22% del mercato globale, “un chiaro indicatore della rapida evoluzione e della crescente importanza della transizione energetica in corso nel trasporto stradale”, si legge. Le auto con motore a combustione interne avranno un punto di flessione nel 2025, anno in cui potrebbe esserci il “sorpasso” degli EV.
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