La Francia spinge sul nucleare: previsti 14 nuovi reattori per oltre 20 GW

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La bozza della legge sulla sovranità energetica conferma il piano lanciato dal presidente Macron nel 2022. Si punta ad avviare la costruzione di 6 reattori EPR entro il 2026 più altri 8 negli anni successivi.

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Alla Francia serve più nucleare, stando alla bozza della nuova legge sulla sovranità energetica, che dovrà essere presentata nelle prossime settimane.

Nel testo provvisorio, anticipato dall’agenzia Euractiv, c’è un ampio ricorso all’atomo con 14 reattori da costruire nei prossimi anni – in linea con gli annunci fatti dal presidente Macron nel 2022 – e non si citano esplicitamente gli obiettivi sulle fonti rinnovabili previsti dalla nuova direttiva europea Red 3.

Il progetto di legge, in particolare, prevede un programma industriale nucleare incentrato sull’obiettivo di avviare la realizzazione entro il 2026 di 9,9 GW di nuova potenza con 6 reattori EPR, più altri 13 GW dopo quella data.

Come ha dichiarato la ministra della Transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher in un’intervista al quotidiano francese La Tribune, il Paese punta a ridurre la quota dei combustibili fossili nel mix energetico complessivo dal 60% al 40% nel 2035.

Nel settore elettrico il nucleare avrà un’ulteriore spinta, con quei 13 GW aggiuntivi che potrebbero essere realizzati con i reattori EPR di nuova generazione o con altre tecnologie (l’approccio infatti resta “neutro dal punto di vista tecnologico” ha detto la ministra).

Il punto, ha sottolineato Pannier-Runacher nell’intervista, è che il parco nucleare esistente “non sarà eterno” quindi occorre costruire nuove centrali.

Ricordiamo che a febbraio 2022 il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva lanciato un piano energetico che comprende la costruzione di 6 reattori EPR 2 con la possibilità di aggiungerne altri otto, per un totale appunto di 14.

Gli EPR 2 sono evoluzioni della tecnologia ad acqua pressurizzata (European Pressurized Reactor): secondo il colosso elettrico francese Edf, dovrebbero garantire una costruzione più semplice e con criteri di sicurezza migliorati rispetto alla prima generazione di questi reattori.

Quello di Macron era stato un deciso cambio di rotta, perché nel 2017 lui stesso si era impegnato a ridurre al 50% la quota di nucleare nel mix elettrico nazionale, che oggi è al 70% circa grazie a 56 reattori in 18 centrali.

Ora invece si punta a superare 20 GW di nuova capacità nell’atomo entro il 2050; ma queste ambizioni si scontrano con la realtà, perché la Francia sta già faticando molto a completare il reattore EPR di Flamanville, i cui cantieri sono iniziati nel 2007 con entrata in funzione prevista nel 2012 e ancora oggi non operativo a causa di continui problemi tecnici, extra costi e ritardi.

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